giovedì, ottobre 22, 2015

E-Reputation e personal Branding: come fare? sintesi delle cose che ho raccontato…#RelazioniPubblicheDigitali


La settimana scorsa al Festival della Crescita, ci siamo ritrovati ospiti di millionaire con Francesca Parviero, a parlare di e-Reputation e di professioni digitali.

Ho pensato fosse una buona idea riprendere alcune delle cose più importanti che sono uscite, partendo dai live twitting...

E dato che Twitter è (per ora) spietatamente sintetico, aggiungere qualche commento, qualche spiegazione e approfondimento. Magari serve :-)

Diciamo che qui* faccio una sintesi: poi nelle prossime settimane faremo un po' di approfondimenti su alcuni di questi punti.

Ovvio: se si tratta di costruire la propria reputazione, la propria marca... il primo passo è decidere cosa vogliamo essere. Perché vogliamo essere diversi dal resto, perché la nostra differenza è importante.

E quindi programmare a tavolino cosa vogliamo ottenere in termini di percezione.

Infatti un conto è condividere pensieri in libertà, un altro è costruire una percezione sana, sensata e strutturata; coerente.
Quindi mettersi, in modo un po' paranoico, nei panni delle persone cui vogliamo parlare e guardarci con i loro occhi.

Certo, questo cozza con una visione (un po' romantica) della "spontaneità", dell'essere se' stessi.
Ma non dobbiamo confondere campi diversi.
Un conto è un blog personale, in cui raccontiamo i nostri pensieri, o la nostra pagina Facebook, dove raccontiamo per immagini le nostre serate in libertà.

Un altro un blog aziendale, o il blog in cui raccontiamo la nostra professionalità.

Ovvio che entrambi sono visibili a potenziali clienti o potenziali datori di lavoro.
E che quindi rischia di avere lo stesso peso (nella costruzione di percezione) il nostro bel post intelligente sulle strategie aziendali e il nostro selfie ubriachi sul cesso mentre fumiamo una canna.
Infatti: se pubblichiamo robe sbagliate, il nemico numero 1 della nostra reputazione (aziendale o personale) siamo noi stessi. Ma lo siamo forse ancora di più quando si innesca una crisi: spesso le crisi grosse sono innescate dalla nostra reazione più che da qualsiasi altra cosa, come in questo caso 

Se posso citarmi (dal mio manuale di  Relazioni Pubbliche Digitali):
"Occorre sempre muoversi con cautela. Dare energia, alimentare un fenomeno che di per sé è piccolo e non interessa a molti, rischia di attirare attenzione e di innescare una diatriba più ampia. 

Qualcuno, che inizialmente aveva trovato la cosa irrilevante, di fronte a un battibecco tra azienda e persone potrebbe decidere di interessarsene e partecipare. 

Qualche blogger o giornalista potrebbe vederci nascere una storia da raccontare. Ancora peggio, ed è un tipico esempio di innesco di crisi, il caso in cui si reagisca duramente e fuori luogo, insultando le persone e mettendo in dubbio la loro onestà, la loro intelligenza." 


Infatti, spesso le peggiori crisi nascono dal voler avere ragione, di essere incapaci (come marca o come persona) di ammettere che anche noi sbagliamo, senza portar argomenti forti con un tono dialogante.

E' lì che facciamo davvero arrabbiare le persone, specialmente se è evidente che ci stiamo arrampicando sugli specchi.
O se "il popolo della rete" ha già deciso a priori che abbiamo sbagliato.
Il rischio peggiore, specialmente per agenzie e consulenti è proporre progetti pensati "per fare branding" ovvero belle idee, belle trovate che magari fanno parlare un po' di noi (o fanno parlare solo dell'azione e il brand non si ricorda), che fanno simpatia... ma poco più.

Le aziende (e le organizzazioni...) pagano il lavoro delle agenzia per portare risultati, non per "fare simpatia" che non si scarica sulla bottom line. Se i soldi che ci danno da spendere, non se li ritrovano moltiplicati, non siamo un investimento: siamo un costo da tagliare.
In effetti, specialmente nel caso di progetti un po' complessi, le PR Digitali, i Social, le PR Tradizionali.. tutto converge. Tecnologia, marketing, creatività, media planning... 

One man show funziona (solo) per i progetti per le PMI, bassi budget, bassa complessità, portata limitata. E' un mercato specifico, dove molti operatori (incluso me stesso, per anni) trovano il loro perché e il loro business - nel far crescere le piccole imprese, le piccole iniziative.

Ma da un certo punto in poi, solo un team articolato per competenze riesce a produrre progetti che funzionano su scala più ampia.

In termini di competenze:

Non si può prescindere da un minimo di conoscenza di marketing, ma non basta essere "creativi": la creatività deve essere al servizio dell'obiettivo e accompagnata da una capacità organizzativa che trasforma un'idea in un progetto concreto e funzionante. Con molto buon senso, senza farsi abbagliare dai vaneggiamenti teorici di certi guru, che non hanno mai venduto uno spillo o stretto un bullone in vita loro.


Rassegniamoci: saremo sempre criticati.
Spesso a torto.
Da persone che hanno una propria "agenda", un proprio malessere, follia o attacchi pianificati. Nel tentativo a volte di arruolare altri nella critica, nella crociata, nel mettere alla berlina il nostro Epic Fail.

Da un certo livello in su, la censura è inevitabile. Insulti, contenuti oltre il limite del codice penale (ad es diffamazione), deliri irrilevanti per la conversazione: a ripulire dal rumore si fa un favore alle persone serie.

E se qualcuno cerca un nemico, è utile spostare il tono più in basso. Con l'emotività non si costruiscono facilmente discorsi davvero costruttivi.

Naturalmente, nell'oretta di chiacchiera, di cose ne sono uscite molte altre (per non parlare di tutto quello che ha detto Francesca).
Le potete recuperare su Twitter e altre sono sintetizzate qui:


https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1241998995826612.1073741845.121072037919319&type=3

Ci sentiamo più avanti per qualche approfondimento sui singoli temi...

*(btw, dato che abbiamo detto cose che stanno a cavallo tra le Relazioni Pubbliche Digitali e la Strategia Digitale, per una volta pubblicherò questo post "in stereo", ovvero su entrambi i blog - che normalmente hanno focus e contenuti differenti).

PS: se arrivate da Google e non mi conoscete, tutto quello che leggete sopra discende sostanzialmente dalle analisi, riflessioni e proposte che ho condensato nei miei due libri...

Strategia digitale: Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i Social Media (Web & marketing 2.0) - http://www.amazon.it/dp/B00JIVANS6

Relazioni pubbliche digitali: Pensare e creare progetti con blogger, influencer, community - http://www.amazon.it/dp/B00SVHDWZO



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