giovedì, luglio 31, 2014

Stagista cercasi, in Digital PR


Convidido con voi la nostra ricerca di un/a stagisto/a :-)

Qui di seguito il testo ufficiale dell'annuncio

Non scrivete a me ma all'indirizzo che trovate nel testo, please :-)

Digital PR cerca uno/a stagista.
Il/la candidato/a affiancherà il team di account nelle attività di comunicazione sul Web.
Il tirocinio prevede l’apprendimento di attività di comunicazione in rete come internet PR, analisi della reputazione online, social media marketing, contenuti per il web.

Requisiti:
  • Ottima conoscenza e passione per la rete, le sue logiche e i social media
  • Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata (è previsto un esame di ingresso)
  • Ottime capacità relazionali
  • Laurea conseguita da meno di 12 mesi
  • Costituisce titolo preferenziale una buona capacità di scrittura.

La durata dello stage è da tre a sei mesi.
Sono previsti un rimborso spese mensile e buoni pasto.
Per info e candidature scrivere a info@digital-pr.it

Dobbiamo ascoltare quello che ci fa male #StrategiaDigitale

https://www.flickr.com/photos/renneville/3202443193/sizes/l

Un approfondimento a Strategia Digitale - il manuale. Sul tema dell'ascolto.

L'ascolto è un'attività fondamentale per tutte le operazioni di Marketing e assolutamente imprescindibile per il marketing digitale, per i social, per le attività online.

Senza l'ascolto non andiamo lontani
Senza l'ascolto di ciò che si dice di noi, ci muoveremmo senza una guida, nella nebbia, guidati solo dai nostri istinti.

Ascoltare ci da' elementi, stimoli e guide imprescindibili per fare qualcosa che abbia una reale relazione con le persone con cui vogliamo parlare.

Ascoltare ci permette di mantenere un contatto con la realtà là fuori - mentre noi siamo chiusi qui, dentro un ufficio, lontani dai punti vendita, dai clienti, dalle persone cui cerchiamo di vendere roba. Ci mantiene vicini al mercato e alla realtà delle cose.

Sentire cosa si dice di noi sui Social Network, forum, blog.

Concentrarci su quelli che ci odiano
Una cosa importante che possiamo fare quando ascoltiamo, è di concentrarci fortemente su quelli che ci criticano. Potremo, gratuitamente e con poco sforzo identificare quali sono i nostri errori, le nostre manchevolezze più sentite e più fastidiose per il pubblico (o parte di esso). Ottenendo quindi indicazioni utili su come migliorare il nostro marketing mix.

E soprattutto potremo individuare se ci sono percezioni errate, preconcetti, bufale che girano sul nostro conto.

Superare il fastidio e il negazionismo
Spesso questo approccio genera reazioni infastidite in azienda (o organizzazione, o personaggio... su cui è centrato il monitoraggio). Le critiche danno fastidio. Fanno scattare delle difese. Una sensazione di lesa maestà. Un frustrazione rispetto al nostro impegno (vero), alla nostra qualità (vera).. che qualcuno non capisce - o attacca a priori.

La strada più semplice è riconfermare nella nostra mente che la fuori sono tutti scemi, che "la gente sta male". E forse c'è anche un po' di verità, chissà - di gente che dice la qualunque e non si preoccupa di verificare, di accertarsi che sta dicendo cose vere ce n'è tanta, in Rete.

Ma il problema è che quella gente è parte del mercato. Sono degli influencer. Contribuiscono a creare la nostra reputazione. Insomma, che ci piaccia o no, ci dobbiamo fare i conti, perchè sono un fattore dell'equazione che determina il nostro successo (o meno).

A tutti da’ normalmente un gran fastidio vedersi esposti a critiche. Anche se sappiamo di non essere perfetti e che le nostre attività potrebbero essere migliori, registrare un feedback negativo da parte del pubblico fa scattare delle difese - e si ribalta il problema su chi commenta (sono tutti dei cretini, le gente non capisce, sono sui social solo per criticare…).

Il senso di avere dei nemici. Dei nemici personali.

Non siamo qui per difenderci, siamo qui per capire
Scatta l'autodifesa, il preservarsi: decidere che d'ora in poi voleremo più bassi per non esporci a critiche - a nessuna critica: “Primo, non sbagliare. E nessuno ti licenzierà” - uno stile che in tempi come questi certo non aiuta ad innovare.

O scatta il chissenefrega e noi tiriamo avanti comunque, scartando come irrilevanti le critiche (il che a volte è corretto:  a inseguire l'unanimità dei consensi si rischia di diventare irrilevanti, banali).

Mentre invece da un lato dobbiamo capire se e come migliorare il prodotto il nostro marketing mix - perchè magari abbiamo davvero un problema.

E dall'altro dobbiamo capire se e come stiamo sbagliando in comunicazione.

Questa non è questione di Social Media - è questione dei fondamentali di business.


E se di noi non parlano male?

Secondo me è sospetto, se nessuno ci critica. Forse è perché non interessiamo davvero a nessuno. Forse perché di noi non si parla. E questo è un problema ancora più grave - di cui parleremo in un prossimo approfondimento.


Nota:
Questo post fa parte di una serie di contenuti di approfondimento legate al nostro libro (Strategia Digitale, il manuale) - riflessioni e approfondimenti - cose che dentro al libro per motivi di spazio non ci sono state o notizie/casi che illustrano bene cose di cui abbiamo parlato, idee che entrano nel discorso della strategia e del digitale.
Per saperne di più, sul manuale:

C'è anche la pagina Facebook: 

Se siete interessati a approfondire, a capire cos'è il manuale:


Se siete interessati a comprarlo -  cliccate sul banner in alto a destra o seguite questi link...

(Versione su carta) : Strategia digitale. Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i social media

(Versione digitale): 

mercoledì, luglio 30, 2014

Birra? Gratis, ma solo se canti (bene) l'inno nazionale

Questa mi sa che in Italia non potrebbe mai funzionare.

Intanto perché il nostro spirito patriottico è negativo, come in tutte le cose noi siamo "contro". 

E un po' perché praticamente nessuno sa bene l'inno nazionale.

In Canada invece, le cose stanno diversamente. Tanto che Molson ha sviluppato un distributore di birra che regala prodotto... ma solo se gli si canta davanti l'inno nazionale canadese. E lo si fa bene. Si canta correttamente, il frigo si spalanca e birra fresca per tutti.

Ma se lo si fa male il frigo ti sgrida.

Ecco il video. Giuro che se la incontro sulla mia strada, questa birra me la bevo.



 PS: Se vi ricordate, avevano già fatto una cosa analoga: il distributore che dava birra gratis - ma solo a chi aveva un passaporto canadese. Ecco il link: http://robertoventurini.blogspot.it/2013/07/emozionale-orgoglio-canadese-per-far.html

martedì, luglio 29, 2014

I tuoi like su Facebook cambiano il gusto del cioccolato: distributore automatico da Cadbury.


Se la strategia di Coca-Cola è "Happiness", quella di Cadbury è "Joy". 

Data la similitudine, naturale che entrambe le marche ricorressero a distributori automatici unconventional.

In Australia hanno creato il "Joy Generator" - un distributore dove il gusto della tavoletta di cioccolato non lo scegli tu. Lo sceglie la macchinetta, sulla base dei tuoi interessi e dei tuoi like su Facebook.

I gusti non sono infiniti - solo una dozzina; e lo sbattimento di loggarsi sul proprio profilo Facebook alla vending machine non è in fondo da poco, visti i tempi frenetici della nostra vita. Ma se la tavoletta di cioccolato è gratis e ci si sottopone a un test che in fondo ci dice come siamo, si può anche fare la coda.

Insomma, uno stunt di marketing, per far parlare di se', un'operazione di PR.


Ever wondered what your social media profile says about you? Cadbury has created the world's first flavour-matching social vending machine - introducing the 'Joy Generator'! Watch chocolate lovers discover their true Cadbury Dairy Milk flavour personality match based on their Facebook likes and interests. Their personalised flavour match block is then automatically dispensed for free!

Join the flavour conversation on our Facebook page at:http://www.facebook.com/CadburyDairyMilk

Or follow us on Twitter -- https://twitter.com/CadburyAU

venerdì, luglio 25, 2014

Chiudiamo in bellezza: hanno combinato un casino... Holiday Spam :-)


Chiudiamo questa faticosa settimana con un post leggero, su un caso di comunicazione intelligente e bello.

Brillante operazione di Three (UK) per comunicare l'azzeramento dei costi di roaming per i propri clienti.

Cioè, pensavano di far bene, poi si sono resi conto di aver combinato un casino :-)))

Non vi anticipo nulla per non rovinarvi la sorpresa: guardate questo link:



Grazie a Jacopo per la segnalazione ;-)

mercoledì, luglio 23, 2014

Codesign fatto bene: inventa la tua pizza e facci i soldi.


'sta faccenda del codesign, del far inventare i prodotti alle persone, diciamocelo francamente, in larga misura è rimasta una tattica di comunicazione e poco una strategia di marketing.

Anche perché, in molti casi, non è ne' facile ne' economico (ne' funzionale) far disegnare i prodotti agli utenti.

Esistono però particolari modelli di business dove ciò è (teoricamente) possibile - ad esempio nel campo della pizza consegnata a domicilio.

Per farla breve: Domino Pizza ne combina un'altra delle sue. Permette ai propri clienti di inventare una pizza e di metterla in vendita nella lista prodotti dell'azienda con il progetto "Pizza Mogul".

E, ovviamente, promuovere la propria pizza, diventare i comunicatori del proprio prodotto, attraverso i Social e l'email marketing.

E, infine, di venire pagati con una commissione ogni volta che viene venduta una delle loro pizze - quindi codesign e affiliation (fino a 4.5 dollari per pizza venduta!). 

Gli incassi si possono anche devolvere a una charity, c'è un approccio di gamification (ovviamente) con tutti i badge e le classifiche del caso, il tutto è disponibile su mobile. Ma solo in Australia.

(Note: l'operazione spinge gli inventori a testare personalmente il proprio prodotto, influenzando quindi comunque le vendite. E poi.. bah, a fare codesign semplicemente assemblando ingredienti da una lista non è sportivo. Ma è pratico, molto più che spingere la gente a proporre di ricostruire stabilimenti e processi produttivi, con investimenti recuperabili in non meno di 200 anni :-)

Ecco il link per scoprire i dettagli:
https://www.pizzamogul.com.au/#!/home
Ed ecco il video:



Per scoprire le altre numerose invenzioni di marketing e comunicazione di Domino's Pizza, potete cliccare qui e recuperare i miei post precedenti sul tema.


** --->> Messaggio promozionale: se non l'avete ancora fatto, considerate la possibilità di comprare "Strategia Digitale", il manuale. Scoprite cos'è o approfonditene i contenuti.
Può servire.

martedì, luglio 22, 2014

Non è vero che i giovani lasciano Facebook? una ricerca


Una recente (e sintetica) ricerca porta dati alla tesi che i giovani NON stanno lasciando Facebook in massa, come qualcuno dice.

Contiene altri dati interessanti sull'uso dei media digitali e sociali - focalizzata sugli USA la ricerca da' comunque spunti interessanti anche per noi.

While some media outlets have reported teens tiring of Facebook in favor of whatever is the latest craze, Facebook still reigns number one in both total adoption and daily usage.

Ecco il link alla ricerca:

lunedì, luglio 21, 2014

Bellissimo Guerilla Teatrale. Intelligente


Difficile fare marketing sui teatri. Eppure è necessario - perché tra la crisi e il decadimento culturale, si stanno svuotando.

E allora, proprio basandosi sullo svuotamento del teatro, ecco un guerilla che collega il teatro con il museo, la rappresentazione teatrale con un quadro.

Molto bello, elegante, sofisticato. E, per questo, giusto per il target :-)

Guardatevi il video che così capite e vi godete l'idea:



Will and George Come to Life from MMA on Vimeo.

venerdì, luglio 18, 2014

E' venerdì. Instagram in 3D e i cosmetici Simpson.

Tra che oggi è venerdì, tra che il titolo del post non è di quelli che generano audience, so già che questo post lo leggerete in due. Amen. Ma condivido lo stesso un paio di cose divertenti e interessanti, che non meritano un post serio e approfondito - ma essere citate sì.

1. Da Instagram al Viewmaster

Chi ha qualche anno ricorderà i Viewmaster, quei visori stereoscopici, quelli che avevano quei dischi rotondi e permettevano di vedere immagini 3D... un tempo molto popolari (e ci credo, non c'era la realtà aumentata, manco c'era il WiFi e nemmeno i cellulari, uno si doveva accontentare...).

Oggi un'azienda (Reelagram) si offre per trasformare i nostri migliori scatti su Instagram in dischi stereoscopici, al modico prezzo di circa 20 dollari cadauno.
Utilità zero (e sotto zero quando avremo tutti Oculus Rift in testa) ma effetto novelty assicurato. Spero non abbiano fatto programmi a lungo termine perché non so quanto dureranno sul mercato - ma trovo l'idea divertente, potrebbe essere un bellissimo gadget.

PS1: Ah, non sapevo li producessero ancora, i View-Master, invece sì. http://www.fisher-price.com/en_US/brands/viewmaster/

PS2: ecco una vecchia pubblicità del View Master, così capite cos'era se non ne avete mai posseduto uno (io sì).



2. I cosmetici di Marge Simpson
Non sono cose da ragazzine (Marge "bellicapelli" Simpson non è un personaggio ispirazionale; non è un simbolo di bellezza iconica cui associarsi, non è Hello Kitty) eppure un'azienda ha trovato una buona idea fare una linea di cosmetici a lei dedicata.

In realtà l'azienda (MAC Cosmetics, un player top del mercato) ha lanciato la collezione dei cosmetici Simpson al Comic Con, l'evento degli amanti di fumetti e cartoni animati. E l'ha resa disponibile solo per un giorno (ma ad Agosto arriva sul serio nei negozi). Una bella operazione di buzz su noi nerd sciroccati di fumetti e fumetterie. Like.


Approfondimenti:
http://www.cbsnews.com/news/mac-launching-simpsons-makeup-line-at-comic-con/



Offerta lavoro: In Kettydo cercano un Social Media Specialist

Riceviamo e volentieri pubblichiamo...

In Kettydo è aperta una posizione di Social Media Specialist Sr.

La persona che sceglieremo dovrà coordinarsi con i clienti dell’agenzia, impostare e realizzare strategie editoriali, social e digital PR, identificando gli ambiti di azione e identificando e coordinando contributor esterni quali influencers, blogger, giornalisti, etc.

Al Social Media Specialist Sr. conosce approfonditamente gli strumenti di social analytics e listening, e coordina la strategia al fine di raggiungere gli obiettivi preposti.

Cerchiamo una persona culturalmente “onnivora” e che possibilmente che ami esprimersi e raccontarsi proprio attraverso la scrittura.

Lavorerà coordinandosi con il Resp. dell’area social dell’agenzia.

Si richiedono:
  • Esperienza in gestione ed execution di iniziative social 
  • Profonda conoscenza dello stato dell’arte delle maggiori piattaforme content&social (Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram, Foursquare, Youtube, Vine etc.) 
  • Capacità di analizzare e comprendere l’audience, identificare opportunità e insight per lo sviluppo strategico e tattico delle iniziative social 
  • Ottima capacità di entrare in relazione diretta con il cliente e con le persone (fan&follower) 
  • Esperienza specifica in progetti di Digital PR 
  • Conoscenze di Crisis Management e capacità coordinamento con il cliente per la gestione delle crisi 
  • Conoscenza di tool di analytics per il monitoring e la misurazione della presenza digital del Brand 
  • Profonda conoscenza delle metriche di misurazione e definizione KPI 
  • Capacità di presentazione e preparazione di documenti in grado di esprimere le proposte verso il cliente 
  • Comprensione della comunicazione Digital, basi di Digital Marketing e dei processi di produzione digital 
  • Ottima conoscenza dell’inglese scritto e parlato

**NON scrivete a me ** io non sono coinvolto nella cosa - se mi mandate qualcosa, la cestino senza avvisare :-) (e dimostrate di non avere un requisito importante: saper leggere i documenti fino in fondo :-P )

giovedì, luglio 17, 2014

Guerilla / Ambush *BASTARDISSIMO* :-)


Ok, torniamo a parlare di creatività.

Oggi è il caso di uno dei Guerilla o meglio "Ambush" più bastardi che ho visto da un bel po'.

Non vi racconto niente, guardatevi il video, fatto senza risparmio di mezzi, un Ambush molto cinematografico :-)


Background:
Il mandante è Ubisoft - che fa videogames.
Per il lancio di Watch Dogs - un nuovo gioco, pare attesissimo, che parla di action e parla di hackers...

"An amazing smartphone app turns common people into powerful hackers and hidden cameras record their reaction as they unwillingly hack a street of Los Angeles. You won't believe what they do when the police show up! Experience the power of hacking in Watch Dogs on May 27, 2014."

mercoledì, luglio 16, 2014

6 Verità per non fallire ("fare relazione" fa business? E' davvero importante pensare al business?)


Una serie di incontri di formazione fatti questa settimana mi ha dato lo spunto (e il materiale...) per scrivere un'altro post "strategico" che possiamo tranquillamente vedere come approfondimento di Strategia Digitale - il manuale.

Ci sono in giro una serie di affermazioni, di pensieri pericolosi. Ecco alcuni spunti di riflessione.

1. Se non pensiamo al business quando facciamo comunicazione, meritiamo di estinguerci.

Semplice: la comunicazione (per una marca, prodotto...) serve ad aiutare l'azienda a raggiungere i propri obiettivi.

Che, alla fine, devono sempre impattare sulla bottom line. E devono essere funzionali al marketing (quello vero, vedi: Il Marketing è più che prendere la gente per i fondelli. E il digitale...)

2. Poca Fuffa. Guai essere tutte chiacchiere e distintivo.

Se proponiamo al cliente azioni che sono belle, che "fanno relazione", che sono molto "social", che lo aiutano ad essere più "digital"... ma queste azioni non spostano di un millimetro verso gli obiettivi di business, siamo dei consulenti non solo inutili, ma anche dannosi.

Facciamo sprecare tempo, soldi, attenzione verso iniziative irrilevanti.

Un po' come il "fare branding" superficiale dell'adv, o l'essere "2.0", o tutte le puttanate che dicevano le dot-com del secolo scorso. Brave a fare comunicazione impattante, a zero come modello di business, praticamente tutte morte, perché la gente poi, non ha dato loro una lira, non ha comprato. Con la soddisfazione di morire essendo comunque amate e popolari.

Non dico che tutto debba essere fatto per vendere direttamente. Rafforzare la marca, costruire relazione con le persone, usare l'influenza di un influencer sono tutte azioni legittime, step di un processo che però, prima o dopo, si dovrà riflettere sulle vendite.

3. Dobbiamo essere esperti. Di realtà

Va benissimo essere esperti di comunicazione, ma non basta.

Occorre anche capire come funziona il business, il marketing, capire come funzionano le aziende e cosa comprano le persone. Insomma, essere esperti, in primis, di realtà.

Chiedetevi perché tante aziende guardano male le agenzie.

A volte perche non riescono a capirle. A volte perche le agenzie non riscono a capire loro. Anzi, gli dicono che sbagliano. Ma le soluzioni proposte sembrano fumose, poco concrete e non basate su ragionamenti solidi. Chiediamo atti di fede, spesso molto forti.

4. Se faccio relazione (in un qualche modo...) poi il successo di business arriverà. Ma anche no.

OK, certo che è importante fare relazione con le persone, i clienti, i "target". E in fondo, qualsiasi cosa io faccia, chi la vede modifica il suo relazionarsi con me.

Se faccio qualcosa di wow, qualcosa di simpatico, uso un testimonial, parlo con un paio di persone via Twitter... certo, faccio relazione. Ma ciò è bene o male? O meglio, è funzionale a far andare bene l'azienda o no?

Conosco consulenti (non di questo nostro mondo digitale)  che tutti consideravano simpatici. Che ti faceva piacere andarci a bere una birra insieme o una pizza. Bravissimi a comunicarsi, a fare relazione con le persone. Che non ti veniva assolutamente in mente di chiamarli per fargli fare un lavoro, perché non pensavi fossero bravi, competenti, speciali. Ottima relazione - ma nel senso sbagliato. Magari molto "wow" ma zero conversione.

5. Non roviniamo una bella amicizia (è tutta questione di obiettivi).

Ricordo anche di avere instaurato - da giovane - forti relazioni con alcune fanciulle che mi piacevano.

Le ascoltavo, parlavo con loro, cercavo di essere loro vicino, tutto da manuale. Poi, ovviamente, veniva sottolineato che non avrebbero mai avuto una storia con me per non "rovinare la nostra bella amicizia" - e alle feste evaporavano con il  primo tizio con la T-shirt "Italian Stallion" (vabbé, erano gli anni 80...).

Ottima relazione la mia - come sempre però dipende dagli obiettivi che uno vuole raggiungere (io, ovviamente, cercavo relazioni significative).

"Fare relazione" non vuol dire niente. E' come dire faccio cose, vedo gente. E non è che va bene fatta in qualsiasi modo, questa "relazione".

La relazione è importantissima... ma deve essere una relazione che sia funzionale agli obiettivi di business. Se uso un influencer, ci deve essere un senso, deve avere la capacità di trasmettere la sua influenza sul mio pubblico a favore del mio prodotto. Non è (spero) che se domani vado in giro con le mutande KelvinKlain voi che mi seguite e mi stimate vi fiondate a comprarle. Diverso è se io endorso un tool di marketing, un'agenzia, un libro, un'idea, una persona.

6. Altrimenti è come i Guerilla Marketing fatti male.

Ti ricordi l'evento. Non ti ricordi la marca. Lo ricordi con piacere e stima - non vedi motivi, a valle dell'evento, per cui dovresti comprare il fottuto prodotto. O dargli i tuoi dati per il loro database. O dare un feedback sulla tua user experience. O fare una quelsiasi delle mille cose che significano permettere all'azienda di fare business, incassare soldi, pagare gli stipendi, restare sul mercato.

Faccio cose, vedo gente può essere divertente*. Ma se smettiamo di domandarci chi ce le compra, le sigarette, perdiamo il contatto con la realtà. Che non è normalmente un buon approccio per avere successo nel business.
Se facciamo business.

Se invece, invece di aziende, consulenti, agenzie siamo artisti, e lo facciamo per la gloria e la bellezza, per esplorare teorie sociologiche nuove; o se siamo Guru che devono tirar su qualche lira vendendo libri, allora no, allora va bene tutto.

* E per chi non sa cosa significhi Faccio cose, vedo gente, guardatevi questo clip mitico, tratto da Ecce Bombo.



PS: non faccio volutamente riferimento a nessun caso particolare perché NON sto parlando di nessun caso particolare. Questo è un ragionamento generale, da applicare al modo in cui lavoriamo. Tutti, sempre.

martedì, luglio 15, 2014

Wow Factor: Il gioco controllato dalla mente, contro il cancro.


Ultimamente mi sono concentrato, sul blog, un po' più a parlare di marketing, di strategia.

Con, btw, dei buoni risultati di audience. 

Messaggio ricevuto - sembra che chi legge sia interessato a questi temi, ad approfondimenti - e ne parlerò di più. 
E voi ricordate che suggerimenti e consigli (e anche richieste) sono sempre bene accette.

Ricominciamo però con le Case History, da condividere con voi. Oggi è il turno di un'operazione di comunicazione orientata al wow factor e alla generazione di buzz... nonché alla raccolta raccolta fondi per la The Brain Tumour Charity.

Per la prima volta la tecnologia dei giochi controllati con la mente sbarca su un'affissione. Si indossa un apposito caschettino (pagando 1 sterlina per giocare) e si gioca, pubblicamente, a pong. Senza mani. Solo con la forza della mente.
Ci proverei volentierissimo.

2 giocano, tanti altrei guardano dal vivo, altri ancora guardano online, come voi. E si dovrebbe riuscire a raccogliere un po' di fondi. Bello.



(io però, giuro, un giorno o l'altro uno di questi cosi per controllare roba con la forza delle mente, me lo compro. Ci sono già andato vicino un paio di volte... non è un fake, esistono davvero, guardate qui:

http://www.huffingtonpost.com/2010/12/27/xwave-mind-control_n_801620.html
http://gajitz.com/mind-games-four-games-you-control-with-your-brain/
http://www.amazon.com/Mattel-P2639-Mindflex-Game/dp/B001UEUHCG
http://electronics.howstuffworks.com/emotiv-epoc4.htm

Anzi, visto che sono un influencer, regalatemene uno :-P

lunedì, luglio 14, 2014

Bello. L'imboscata alla macchinetta delle fototessere :-)


Un bravo a Meetic.

Si tarocca una macchinetta per le fototessere (una di quelle tecnologie che il digitale domestico sorprendentemente non ha ancora ucciso,non ci avrei scommesso).

La si collega a un paio di persone dotate di Photoshop.

E si scopre che il mondo è pieno di bella gente sconosciuta.. che potrebbe essere bello conoscere. Che fila benissimo con la strategia di Meetic, con la sua essenza.

Idea semplicissima ma d'effetto. Da manuale.
Ecco il video. Enjoy.


venerdì, luglio 11, 2014

Interessante: Infografica animata real time sul retail US


Invece della solita infografica "statica", vi propongo oggi una infografica che si aggiorna in real time.
Idea interessante.

Non solo i dati che proietta (per il mercato USA) sono interessanti, è bella proprio la strategia di presentazione.

Qui vi metto solo uno snapshot, ma quella vera potete vederla qui: 



giovedì, luglio 10, 2014

Operazione Cani Antispreco :-)


Questa mi ha divertito molto: una startup, un team di allevatori/imprenditori che hanno deciso di creare i cani antispreco per evitare lo spreco di energia elettrica.

Allevano infatti il cane da frigo, il cane da lavastoviglie, il cane biorario... :-)

Ecco il video (dietro a tutto c'è ovviamente un'azienda... e ci sarà anche un'operazione charity)... bella semplice, e furba.


mercoledì, luglio 09, 2014

Sarà il futuro? Fast Shopping e moltiplicazione dei punti vendita virtuale. Un caso da studiare.



Per il retailer francese Comptoir des Cotonniers.
Per moltiplicare le vendite, moltiplicare le occasioni d'acquisto - quindi creare migliaia di punti vendita virtuali.

E ridurre i tempi d'acquisto, per lavorare sull'impulso - quindi meccanismi di acquisto velocissimi (basati sull'uso di QR Code).

In sostanza, la pubblicità diventa un punto vendita, così come le pensiline, le affissioni... (ricordate il modello Tesco?), arredi urbani... da cui acquistare in meno di 20 secondi.


In oltre 10.000 punti vendita virtuali, touchpoints per la vendita.
In cui fare Fast Shopping.

E devo dire che l'idea che il tavolino del bar sia un punto vendita virtuale (senza dover spendere soldi in tecnologia) mi intriga.

Ora, il problema è sempre quello: capire quanto si tratti di un'operazione di buzz (il cui ROI è comunque misurabile sulle vendite dei canali preesistenti della marca).

E quanto si tratti di un modo nuovo di fare retail, che porta volumi addizionali grazie a nuovi touchpoints.

Se il tema vi interessa (e dovrebbe, è da studiare), ecco un paio video di approfondimento.









martedì, luglio 08, 2014

Il Marketing è più che prendere la gente per i fondelli. E il digitale...

... ma anche no....
E, come promesso, ecco la mia risposta alla domanda "ma cos'è il marketing, qual è la sua definizione"?

Articolata secondo livelli crescenti di complessità. (se non avete letto il post precedente cui faccio riferimento, ecco il link )

Il Marketing di cui tanti parlano e straparlano, spesso è un perfetto sconosciuto, anzi un falso. Vi ho chiesto di dare la vostra definizione - e ho sottolineato che il Marketing non è "trovare un modo" di vendere il proprio prodotto.

Quello, al limite, è comunicazione, organizzazione  delle vendite, promozione. Ma non è Marketing.
Perché il Marketing è buon senso applicato.

Il Marketing è la disciplina che si occupa di capire che cosa può volere la gente, e come organizzarsi per darglielo al meglio.

Marketing è la disciplina che porta l'azienda a capire cosa può voler comprare il mercato, cosa desiderano le persone. E la porta a produrlo e a portarlo al mercato nel modo più efficiente e sensato possibile. Anche se fino a pochi mesi prima l'azienda faceva altro. E invece di cercare di spingere sempre più forte un prodotto che non è più desiderato, ascolta le persone e si organizza per fare altro.

La disciplina che aiuta le organizzazioni a capire il proprio mondo di riferimento, come configurare l'offerta (il marketing mix), siano esse aziende, no profit, partiti politici... persone (vedi alla voce "personal branding" e "personal Marketing": non come mi vendo, ma definire chi sono e cosa faccio - e come, con quali obiettivi).

Il Marketing è ascoltare le persone e cambiare di conseguenza l'azienda.
Suona molto 2.0? Amen. La cosa buffa (ma comunque per certi versi positiva) è che la Rivoluzione Digitale ci ha spacciato come novità le basi del marketing, roba nota fin dagli anni '50 o prima. Il che dimostra che il marketing non è stato metabolizzato :-)

Anzi, il digitale non è l'antitesi al marketing, è la sua apoteosi.

Il Marketing è capire il mercato, essere pronti a riconoscere i propri errori, cambiare rotta, chiudere prodotti, reinventarsi, non insistere a frustare cavalli morti, non cercare di intortare le persone per vendergli roba, è trovare soluzioni win win, dove l'azienda fa soldi perché da' valore alle persone, che cacciano volentieri la lira.

Se fate questa roba qui, non è marketing, state facendo altro - e siete in buonissima compagnia: la maggior parte delle persone che conosco la pensa come voi. E quindi vede il digitale (ad esempio) come tool per "spingere", non per entrare relazione, non per ascoltare le persone, non per cambiare se' stessi e la propria offerta.

Quindi, la prossima volta che vi dovete lamentare, non dite che le aziende non capiscono il digitale. Dite che non hanno ancora capito cos'è il marketing.

E attenzione, detto con il massimo rispetto, vedo troppe persone esperte di digitale ma che non hanno metabolizzato il marketing. Come un medico che studia le malattie del sistema endocrino, ma l'esame di anatomia non l'ha dato e quindi non sa dove mettere le mani.

Se mancano le basi del marketing, tutto il resto rischia di essere fuffa (e troppe operazioni digital / social / laqualunque sono veramente fuffologiche e non in grado di portare risultati perché non tengono conto dei basics delle persone).

Quanto alle definizioni ufficiali, accademiche, eccone un paio, riprese da questo mio vecchio articolo sul tema):

Un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa“.
Marketing is defined by the AMA as “the activity, set of institutions, and processes for creating, communicating, delivering, and exchanging offerings that have value for customers, clients, partners, and society at large.
“It can also be defined for business to consumer marketing as “the process by which companies create value for customers and build strong customer relationships, in order to capture value from customers in return”. For business to business marketing, it can be defined as creating value, solutions, and relationships either short term or long term with a company or brand.”
(un ringraziamento particolare a tutte le aziende, colleghi, partner e allievi che invece il Marketing l'hanno capito. Non siete poi tantissimi, ma date la motivazione per non tirare la spugna :-)


L'Epic Fail del 4 di Luglio.


E vabbè dai, ma allora se le cercano...

Come al solito, un tremendo #epicfail, causato dalla superficialità.
Avete riconosciuto l'immagine? Io sì, subito. E mi è venuta addosso una grande tristezza. E non sono nemmeno americano.

Beh, dato che il 4 di Luglio, la festa più americana di tutte, si festeggia a colpi di fuochi d'artificio, American Apparel ha pensato bene di usare questa immagine (evidentemente pescata in Rete a caso) su Tumblr, come esempio di arte pirotecnica e di festa.

Peccato sia la foto dell'esplosione dello Shuttle Challenger, dove morirono 7 persone.

Le scuse, ovviamente, sono subito arrivate (subito = appena qualcuno l'ha fatto notare), ma il danno non è da poco.

La lezione è sempre la stessa: se non si lavora con la testa, sicuro che si prendono le facciate.

E qualcuno ne approfitta per ricordare al pubblico che la tua azienda naviga in cattive acque:
http://business.financialpost.com/2014/07/04/american-apparel-under-fire-again-for-posting-photo-of-challenger-space-shuttle-explosion-as-fireworks/

Approfondimento:


lunedì, luglio 07, 2014

Il marketing è vivo, ma sappiamo davvero cos'è? Esperimento...

Tirato per i capelli da un po' di post comparsi su blog che seguo e soprattutto da una recente discussione con un'azienda, ritorno sull'argomento Marketing vivo o morto, con quella che probabilmente sarà una serie di post.

Prima considerazione: se vuoi avere un po' di visibilità "cheap and dirty" prendi una roba/persona importante e dì che ormai è morta (o, se sei un responsabile web di un noto partito politico, twitta che purtroppo non è morta). E il marketing, oggi, col digitale, dovrebbe essere più vivo che mai.

Seconda considerazione: Troppe persone si riempiono la bocca con la parola "Marketing". E quella bocca si dovrebbero sciacquare (immaginare tono minaccioso).

E troppe persone non ne sanno dare una definizione corretta.

Facciamo un'esperimento.

Adesso fermatevi un minuto e date la vostra definizione di marketing. Senza googlare.
Dopo l'immagine vi dico che cosa non è.

In un post successivo (così non sbirciate, vi obbligo a pensarci), vi do' la mia versione (e anche un paio di versioni ufficiali).

Ora, a voi: Prendete un pezzo di carta e scrivete la vostra definizione di Marketing.

https://www.flickr.com/photos/maurizio_costanzo/

Cosa non è il marketing

Il Marketing non è un'insieme di tecniche miranti a far comprare il nostro prodotto da parte delle persone.
Non è la pubblicità, non è come convincerle, non è come mettere in buona luce il prodotto, non è trovare modo di creare bisogni, non è spingere le vendite.

Se pensate queste cose, sbagliate.
Se la vostra azienda è marketing-oriented e questa è la vostra visione di marketing, siete a serio rischio di morire.

Se non abbiamo una visione chiara di cosa è il marketing, non sappiamo come si fa il marketing. E facciamo altro, pensando invece di fare marketing.

(Su questi temi vi propongo di leggere un paio di libri: Il manuale di Marketing di Philip Kotler e Strategia Digitale,scritto da me con Giuliana Laurita - in logica biecamente commerciale metto pure i banner così se mi date retta mi faccio due lire e copro i costi dei caffè che sto bevendo per riuscire ad aggiornare il blog :-)





Ma allora, che cos'è il Marketing?

Pensateci bene.
E poi, se volete, tra qualche ora pubblicherò un post con la mia risposta.

venerdì, luglio 04, 2014

Epic Win: per il Gay Pride, Burger King lancia il Proud Whopper

Genio.

In occasione del Gay Pride, Burger King ha introdotto nei suoi punti vendita il Proud Whopper.
E...

Secondo me questa attività, che lega prodotto e comunicazione, packaging e buzz sarà una delle grandi protagoniste dei premi creativi dell'anno.

Dal mio punto di vista la genialità sta nell'approccio strategico, nell'idea centrale.
Semplicissima.
Geniale perché era lì da sempre, era sempre stata lì, bastava solo vederla.
E una volta che te la mostrano ti scatta un "certo, come mai nessuno ci ha mai pensato prima?".

Ma non solo: è fortemente valoriale, emoziona (specialmente chi vi viene coinvolto ma anche gli spettatori), perché va a toccare cose profonde dell'essere umano.

In conclusione, la comunicazione è riuscita a trattare il tema gay in maniera straordinaria. Portando dalla propria parte molte persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale - perché quando vedi cosa hanno fatto, come fai a non essere d'accordo con loro e a rispettarli profondamente?

Insomma, guardate il video.

giovedì, luglio 03, 2014

9 Cose da sapere prima di fare una Strategia Digitale. Le nostre slide al Mashable Social Media Day


Come forse saprete, Giuliana Laurita ed io (autori di Strategia Digitale - Il manuale...) siamo stati invitati a parlare al Al Mashable Social Media Day di Milano



Piuttosto che cercare di vendere il libro o di raccontarlo nei 5 minuti a disposizione, abbiamo preferito fare un po' di knowledge sharing, e raccontare 9 cose (+ una) che abbiamo capito essere fondamentali, che sono da sapere e pensare prima di mettersi a sviluppare una strategia.



(qui, inoltre, trovate le impressioni di Giuliana sull'evento :-) in effetti il formato Ignite è un po' duro...) e qui lo storify dell'evento: 
https://storify.com/ad_mingleIT/smday-social-media-day-milano