lunedì, giugno 30, 2014

Divertente :-) Il cinema interattivo di Canal+. Da provare.


Canal Plus, potente canale televisivo a pagamento francese, lancia una comunicazione interattiva a supporto della sua offerta di cinema in TV e per celebrare il mondo del cinema in occasione del Festival di Cannes.

Il meccanismo è molto semplice: scegliere lo stile in cui si vuole vedere girata una scena. E il regista e gli attori si metteranno al lavoro e rifaranno il pezzo nello stile scelto.



L'offerta è molto ampia... e dopo un po' si può scegliere anche il porno.
Il meccanismo è basato su un'interfaccia vocale, ma si può anche scegliere da una specie di menu che a un certo punto compare.

Niente di straordinariamente innovativo, ma molto ben confezionato, e qualche risata me l'ha strappata.

Lo trovate qui:

In realtà... c'è più di quanto possiamo immaginare a prima vista.
Si tratta infatti di una sorta di follow up ad uno spot pubblicitario molto popolare (e considerato uno dei migliori della storia)  realizzato nel 2011 da Canal+ , in cui il regista cinematografico eroe dello spot è... una pelle d'orso.

Perché? Guardate lo spot e lo scoprirete :-) (strategicamente è geniale, lo spot)


venerdì, giugno 27, 2014

LOL: Think small. Micronegozio, Micro vending da Coca Cola (mini)

Per il lancio di Coca Cola mini.

In 5 città tedesche hanno installato dei micro chioschi. Cioè proprio piccoli. Alti poche decine di centimetri :-) Con tanto di micro distributore automatico.

La ciliegina sulla torta è che i chioschi vendevano anche tutta un'altra serie di prodotti dimensione miniatura :-)

Think small a volte è big :-)

(btw le vendite si sono impennate: 380 lattine per vending machine, 278% in più di quanto si vende in una vending di dimensioni normali. Ma se si va a dopare con la comunicazione, è facile... e non guardiamo il costo per vendita che farebbe strappare i capelli al responsabile Marketing, a quello finance e a tutti gli altri. E' un sano stunt e basta.

Ecco il video:


coca-cola mini kiosks by ogilvy & mather berlin promote tiny coke cans from designboom on Vimeo.

Approfondimento: Adweek

giovedì, giugno 26, 2014

Strategia e Fretta: 10 suggerimenti per cavarsela.


Viviamo, senza dubbio, nell’era della fretta. Dove, per quello che ci riguarda più da vicino, i tempi per sviluppare i lavori sono diventati lontanissimi da quelli che una volta ci venivano concessi.

Da un lato la rapidità dei mercati, l’apertura alle conversazioni, la totale liquidità delle interazioni giustifica il desiderio di  contrarre il time to market per essere più performanti.

Dall’altro, ci si trova al limite, in processi come quello dello sviluppo della strategia, che non possono adottare soluzioni di automazione o di recupero di efficienza tipici di altri ambiti lavorativi.

In sostanza, se serve una strategia, serve qualcuno che ci pensi. E oggi serve che ci pensi più in fretta. Riuscendo comunque a produrre risultati di qualità - perché da una strategia approssimata, non pensata, molto difficilmente usciranno risultati che porteranno valore alla marca.

Dovendo comunque essere pragmatici, condivido con voi alcune cose che ho imparato nella mia esperienza quotidiana, e che si sono (per me) rivelate molto utili. E che sono anche un approfondimento al capitolo relativo del nostro manuale di Strategia Digitale.

Ecco i miei 10 punti:

1. Abituarsi a pensare. Banale? No, specialmente se il lavoro di sviluppo strategico non è una cosa che fate tutti i giorni, se siete agli inizi o volete entrare in questo mondo. Se non avete un brief su cui lavorare, datevelo. 

Abituarsi a ragionare mentre si è in metropolitana, nei tempi interstiziali, a cosa si farebbe per una certa marca, o come si sarebbe invece fatta una certa pubblicità è un buon allenamento per il cervello. Più si pensa, più si impara a pensare in fretta

2. Chiedere un buon brief. “Faccia lei”, specialmente se non si conosce la marca, il prodotto, il suo mercato, i suoi consumatori è la ricetta per il disastro. Almeno provarci, chiedere uno straccio di brief se non c'è, un brief migliore (specificando su quali aree va migliorato) se è insufficiente o inutile. 

Meno informazioni ci da' l'azienda, meno sono chiari obiettivi e desiderata più tempo si perde per sviluppare una strategia che stia in piedi. Di questo il committente deve essere reso consapevole: Trash in, trash out.

Se non si può avere un brief formale, almeno una conversazione. E qui la ricetta per il segreto è essere capaci di fare delle buone domande; chi abbiamo davanti se non è un esperto di comunicazione, a volte non sa di essere seduto su informazioni che per noi potrebbero essere preziose e scatenare idee forti

3. Conoscere il target. Banale? in pratica no. Occorre immergersi nella sua cultura. Leggere quello che legge, frequentare le pagine Facebook che frequenta, guardare la TV che guarda. Spesso il target è diverso da noi ed è un peccato mortale presumere di conoscerlo, di capirlo. 

Occorre entrare nei suoi panni, per quanto poco ci piacciano. Ascoltandoli, parlando con loro ci si chiariscono, spesso magicamente, le idee. Soprattutto saper riconoscere i casi in cui noi non siamo il target. E quindi pensiamo diverso, anzi sbagliato.

4. Tenere occhi e orecchie aperte. Se siamo esposti a un brief (ne sono convinto) sotto sotto il nostro cervello continua a lavorarci anche quando non ci pensiamo. Io spesso cammino, per pensare. E mi guardo attorno. Molto spesso uno spunto, una pubblicità, una vetrina, una persona vista per strada mi hanno messo in moto idee laterali, hanno dato modo al lavorio sotterraneo di emergere e di cristallizzarsi in un pensiero strategico.

5. Cercate il confronto. Con qualcuno. Moglie, collega, amico... raccontare ciò che si ha in testa aiuta a mettere ordine. Ricevere sputni (anche se orrendamente sbagliati) può mettere in moto ragionamenti che altrimenti non sarebbero arrivati.

6. Tagliare la burocrazia. Più è piccolo il team che se ne occupa, più in fretta si svolge il processo. Anche se lavorare da soli (vedi punto 6) spesso è abbastanza sterile.

7. Non innamorarsi delle idee. Una buona idea che ci eccita la notte, il mattino dopo può rivelarsi un’illusione e la sua bellezza svanire con le nebbie del mattino. Check for negatives, cercare di capire quali sono i punti deboli, i pericoli. E cercare modo per risolverli. 

Se non siamo certi, meglio trovare un’altra idea, in fretta, piuttosto che incaponirsi nel volerla salvare a tutti i costi. Qui il confronto di cui al punto 6 può essere prezioso.

8. Non cercare la perfezione. Se non c’è tempo, good enough is good enough. Non è bello, ma il pragmatismo devce essere un valore assoluto. Il meglio è spesso nemico del bene. E se le risorse a disposizione (soldi, tempo...) non sono ottimali, ci si deve purtroppo accontentare di un risultato che non è perfetto. Ma che deve essere meglio di niente o di una soluzione sbagliata.

9. Vendere al cliente il più presto possibile. Se il cliente è intelligente e collaborativo, coinvolgerlo nel processo con presentazioni intermedie. Altrimenti si arriva alla fine con una presentazione bella leccata, il cliente sega l’idea... ed è finito il tempo.

10. Ricordarsi che la strategia non è un’idea. Execution is strategy. Occorre un’idea centrale ma occorre anche capire come scaricare a terra, come rendere reale un sogno, cosa fare in pratica. 

Ciò che più spesso uccide le strategie in presentazione (a parte l’incapacità del cliente di capirci, la paura di fare qualcosa di innovativo, l’evidente superficialità della nostra strategia o il non aver capito il brief... ) è che si presenta una bella idea di massima, un sogno, un’emozione... ma non si vede il modo di renderla un’operazione concreta di marketing e comunicazione.

I professionisti della strategia, che fanno questo per mestiere, queste cose le sanno. Dato che però oggi viene chiesto a tutti di fare strategia, spesso non si riconoscono le professionalità, ci si affida a persone senza esperienza e senza competenze consolidate, il problema tipico è la perdita di tempo insita nel dover affrontare lavori che non sono il proprio core business. Un elettricista probabilmente riesce a sostituire un rubinetto... ma ci metterà molto più tempo di un idraulico :-) 

E oggi, in comunicazione, tutti dovrebbero essere in grado comunque di pensare in termini strategici; i tempi dell'ideona fine a se' stessa sono abbastanza finiti.
Spero serva. 

Per approfondimenti su questo tema e, più in generale sul come si sviluppa una strategia digitale, non posso non ricordarvi “Strategia Digitale”, il libro che ho scritto con Giuliana Laurita. Un manuale pratico. Che potete, se volete, comprare qui :-)
Strategia digitale: Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i Social Media (Web & marketing 2.0)

mercoledì, giugno 25, 2014

Non ti lascio comprare il vestito... se non apri il lucchetto con un Like


Incentivo forzato ai Social? Scarcity Marketing (si veda questo mio vecchio post)?

Far vivere, per una marca diffusissima un minimo del brivido dell'esclusività, della scarsità propria di marche di ben maggiore lusso? (Vi ricordate cosa aveva fatto H&M per la propria linea Versace? Il salta la coda? Se no, leggete qui) o forse solo una promozione che passa obbligatoriamente per i social?

La sostanza è che si rende difficile comprare, attraverso un appendino col lucchetto.
(C&A ci aveva già deliziati con gli appendini conta click, guardate qui)

Che si può aprire solo con un like su Facebook. Attraverso un'operazione di likaggio collettivo. Influenzando (si fa per dire?) tutto il proprio network.
Che può permettere poi ad una di loro (quella che corre più veloce) di vincere un vestito.

Da C&A. In Brasile. Per la linea firmata da Calvin Klein.

Insomma, date un'occhiata al video che capite tutto :-) compreso che non hanno fatto dei brutti numeri.




martedì, giugno 24, 2014

Oreo Investirà 50% del budget in ADV Digitale (100 milioni di $?)


Oreo, la potenza mondiale del biscotto, praticamente un'icona culturale, spende nel mondo qualcosa come 200 milioni di dollari l'anno, nel mondo, in spese di marketing.

Il fonte di sviluppo della loro comunicazione del futuro appare essere fortemente orientato all'acquisto di spazi video online, molto probabilmente a scapito della TV "tradizionale".

Normalmente non mi occupo di adv e ancora meno di media sul mio blog; ma spostamenti di budget di questo tipo, se generalizzati, fanno nascere nuovi power player (o nuovi intermediari potenti) e vanno a scardinare lo scenario radio-televisivo...

Ed è interessante che (ovviamente) non si tratterà di pianificazioni fatte a mano ma di programmatic buying, ovvero di sistemi automatizzati di pianificazione... insomma sono i computer (o  gli alieni, o il Nuovo Ordine Mondiale, a seconda del vostro complotto preferito) a decidere quale pubblicità dobbiamo vedere on line - e non esseri umani senzienti. In un modello che ricorda più il trading azionario che le forme classiche di pianificazione media.


Insomma, questo articoletto di Adweek è da leggere: 

ma anche questo:

lunedì, giugno 23, 2014

Chiama Uber e viaggia in Transformer, Optimus Prime :-) Grosso PR Stunt (e nota sulla pubblicità che gli fanno i tassisti)

In questo post vi parlo di due cose:

La prima è il PR Stunt che ha organizzato Uber in comarketing con il nuovo film dei Transformer.

La seconda sono un paio di miei ragionamenti, con un focus su quanto i "nemici" stanno facendo e come questo in ottica di marketing rischia di trasformarsi in un grosso favore a Uber.

La prima parte è quella più semplice e veloce.

Un bel comarketing con Trasformers 4 (il film). In tre città degli US, per un unico giorno,  Uber aggiungerà alla propria flotta di veicoli normali anche Optimus Prime.

Per chi non sa cos'è allego foto (del giocattolo, che si capisce meglio cosa sia). Non un Optimus Prime qualunque, ma proprio il veicolo che è stato usato nel film :-) L'unico e originale. (Spoiler alert: il camion in questione purtroppo non si trasforma. Ebbene sì, erano tutti, solo, effetti speciali).

http://en.wikipedia.org/wiki/Optimus_Prime
Previa prenotazione a mezzo app, sarà possibile tentare la fortuna e riuscire a farsi un bel 15 minuti di interazione con l'autorobot.

Qui trovate approfondimenti interessanti sul caso, con anche indicazioni su altre cose smart che ha combinato Uber:

http://blog.uber.com/UberTRANSFORMERS

http://www.theverge.com/2014/6/17/5817168/uber-transformers-optimus-prime
http://www.autoblog.com/2014/06/18/optimus-prime-now-hailable-via-uber/

La cosa è estremamente sensata, c'è una sinergia strategica tra i due brand che lavorano in partnership, e rafforza la coolness / nerdness di Uber. Specialmente rispetto all'immagine percepita dei tradizionali operatori tassisti.
E, come è facile immaginarsi, la cosa ha scatenato un discreto buzz. Quindi copertura, numeri e brand image.



Ed ecco un paio di video:





e qui trovate un video dove si vede un po' meglio il veicolo:
http://www.usatoday.com/videos/life/movies/2014/06/16/10592315/

Passiamo alla seconda parte: Uber è indubbiamente un'azienda molto aggressiva, nel proprio marketing. E deve esserlo, dato che si pone come "disruptive" in un mercato dove le posizioni di privilegio, i monopoli e gli interessi privati hanno costruito rendite di posizione che sembravano inscalfibili (anche per la loro portata di influenza anche politica...).

Una delle cose più intelligenti è l'applicazione di una sorte di judo del marketing, andando ad approfittare delle debolezze e dei passi falsi dei nemici (nel loro caso è corretto parlare di nemici, più che di competitor).

Tipicamente - quando i tassisti sono in sciopero (mettendo nei casini il pubblico, difendendo gli interessi propri a scapito di quelli della collettività) - Uber non solo c'è e risolve, ma addirittura offre lo sconto, in un  momento in cui tanti pagherebbero anche di più del solito:


Ma più che quello che fa Uber a volte è quello che fa il nemico, che migliora i fatturati dell'odiato non-taxi. Così, in occasione dello sciopero anti Uber dei taxi Londinesi, Uber è entrato in Trending Topic di Twitter. E anche chi non lo conosceva... a quanto pare l'ha usato, vista l'esplosione nucleare delle vendite, +850%:
Vedi anche:
http://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2014/06/12/uber-says-ridership-up-850-percent-after-taxis-hold-london-ransom/

Quindi, probabilmente, Uber è felicissimo di avere dei nemici così :-)

(Nota: per onestà e trasparenza comunico che sono di quelli che cercano di evitare il più possibile l'uso dei taxi, anche per lavoro, usando dove possibile i mezzi pubblici o il car sharing. Detto questo, col mio post non intendo entrare nella polemica in corso, quindi gentilmente evitate i soliti commenti stupidi e off-topic: io guardo alla comunicazione, ok?)

venerdì, giugno 20, 2014

Real Time Marketing: cos'è, un esempio. Strategia Digitale


Riprendo, per parlarne anche a un pubblico diverso, un post che ho scritto per il blog di Digital PR.

Si chiama Real Time Marketing ed è una delle opportunità più interessanti che il marketing digitale ha messo a disposizione delle aziende. Come spesso capita si tratta di un’evoluzione di modelli pubblicitari tradizionali – classicamente l’annuncio pubblicitario realizzato in gran fretta e pubblicato sul quotidiano 24 o 48 ore dopo un “evento”, in genere sportivo.

L’idea è quella di reagire, questa volta davvero in tempo reale, a uno stimolo, un’opportunità di comunicazione che ci permetta di fare notizia, di diffondere un messaggio che faccia impatto, sorprenda, diverta, dimostri la nostra smartness.

Gli esempi non mancano – famosissimo quelli di Oreo al Superbowl che ha saputo approfittare di un imprevedibile blackout, ma anche quelli “costruiti” con cura gettando reti per poi raccogliere opportunità, come nel caso di Kleenex, che ha individuato in rete un piccolo numero di persone raffreddate e le ha coccolate inviando un “kit”. Ottenendo una vasta amplificazione mediatica, nettamente superiore in valore al costo dell’operazione e soprattutto dimostrando concretamente intelligenza e coolness (o, in forma un po’ più “blanda” e più in campo User Generated Content, l’operazione che ha visto Wendy trasformare in diretta in canzoni i tweet degli utenti, oppure Old Spice trasformarli addirittura in spot pubblicitari personalizzati).

In sostanza si tratta o di mettersi in agguato, sperando succeda qualcosa (possibilmente di probabile) e intervenendo con una propria comunicazione nel giro di pochi minuti, ad esempio presidiando un evento famoso come la cerimonia degli Oscar , che sappiamo essere molto popolare e la cui popolarità e seguito possiamo provare a intercettare entrando nella conversazione, proponendo una nostra visione (interessante, divertente, critica…).

A volte il tempo di reazione dev’essere rapido, anzi rapidissimo.

Citando un caso che abbiamo gestito direttamente, prendiamo l’esempio del down di Whatsapp del 2 aprile 2014. 50 minuti in cui i server della più popolare applicazione di messaggistica gratuita sono andati in crash. In quanto agenzia di Social PR di LINE, abbiamo deciso di intervenire in tempo zero con un messaggio chiaro e semplice su twitter: “#whatsappdown Vi aspettiamo a braccia aperte! #LineUp”.Anche su Facebook abbiamo voluto dire la nostra, guidati da quel tocco di irriverenza con cui abbiamo da subito caratterizzato la comunicazione di LINE: “#whatsappdown Niente panico… Ci siamo noi!”.

In quel pomeriggio abbiamo deciso di dialogare un po’ con i nostri futuri potenziali clienti e abbiamo deciso di fare un po’ di sana infiltration anche su altri dialoghi tra utenti twitter..

I risultati in termini social sono stati ottimi: oltre 150 menzioni su LINE, più di 100 interazioni su Facebook e, soprattutto, un grande impatto sul business: nella sola giornata del 2 aprile, LINE ha accresciuto del 30% la media dei nuovi iscritti, con un netto aumento degli unique browsing (persone che utilizzano l’app almeno una volta al giorno)

Aspettarli al varco

Un’altra possibilità/ modalità di intervento è invece costruire dei progetti in cui sappiamo già che qualche utente dirà una certa cosa (possibilmente un certo numero di utenti), predisponiamo una reazione un po’ eclatante e attendiamo che si verifichi l’evento che ci permette di scatenare la nostra azione (tipicamente, come nel caso di Kleenex, si tratta di attendere che una persona qualsiasi, ad esempio su Twitter, dica una certa cosa e far partire un progetto già predisposto accuratamente).

Specialmente nel primo caso, quello in cui ci si trova davanti una inaspettata opportunità di comunicazione, entrano in gioco una serie di fattori per riuscire davvero a farcela. In primis una capacità creativa dell’agenzia, ovvia; ma soprattutto l’essere in continuo monitoraggio della Rete – con i conseguenti budget allocati per un’attività che impegna risorse dell’agenzia e quindi comporta costi. Può comunque capitare che l’opportunità si manifesti anche per caso; che anche se non si sta monitorando in tempo reale e continuamente la Rete, balzi agli occhi di azienda o agenzia un messaggio, uno spunto da cogliere subito (e qui ci va anche un po’ di fortuna).

Qui diventa critica la capacità di essere flessibili, sia per l’azienda che per l’agenzia. Di sviluppare immediatamente un messaggio appropriato e potente, Di azzerare i tempi delle approvazioni, di essere fuori nel giro di minuti, non di giorni, sennò diventa molto meno interessante. Avere un sistema che riesce a mettere da parte le “procedure burocratiche”, il dover reperire il management, fissare appuntamenti per il giorno dopo. Avere la capacità di operare (anche) per rapidi colpi di mano, prendendosi magari qualche ragionevole rischio, in modo guerrigliero e quindi più sorprendente ed efficace. E soprattutto avere la capacità di non volerlo fare a tutti i costi. Come quando si vuole a tutti i costi raccontare una barzelletta, e la si racconta comunque, fuori contesto: non fa ridere, non funziona. Come molto spesso capita quando le marche cercano di forzare la mano non avendo una buona idea in mano (si veda questo articolo di Mashable).

giovedì, giugno 19, 2014

I miei consigli per le startup: intervista su Startupper


Sono stato recentemente intervistato su Startupper Magazine.

Ho cercato di dire delle cose utili per chi fa startup, dal mio punto di vista - rispondendo a queste domande:


Dal punto di vista di chi si occupa di strategie di marketing e comunicazione, cosa consiglierebbe a una startup che intenda avere successo?


Se dovesse identificare un fattore chiave per il successo, quale sarebbe?


Cosa consiglierebbe ad un giovane startupper? 


Si dice che le crisi, in questo caso quella economica, nascondono sempre delle opportunità di cambiamento. Intravede qualche opportunità da cogliere nell’attuale contesto italiano?


Su quali strumenti di comunicazione, in espansione attuale o futura, consiglierebbe di puntare? E quali lasciare in secondo piano?



Se le domande vi interessano e siete interessati alle mie risposte, ecco il link:

http://www.startupper.it/roberto-venturini-digital-planner-di-digital-pr

mercoledì, giugno 18, 2014

Vodafone Firsts: Progettone internazionale ingaggiante / esperienziale...


Lo ammetto, ho un rapporto di amore / odio verso i progettoni internazionali (più che odio, invidia).

Vi racconto questo, perché è abbastanza un classico, nel suo essere internazionale, ad alto budget, promettendo emozioni forti e basato sullo storytelling.

E poi compariamolo con progettini piccoli, con due lire, di cui non frega nulla a nessuno - e domandiamoci come mai certe aziende poi chiudono, nonostante abbiano "fatto i social".

(per sapere che razza di risorse creative e di pensiero ci sono dietro, leggete questo: http://www.campaignlive.co.uk/news/1224397/  )

Per raccontarvi la storia ricorro pesantemente alla press release (che è una roba fatta apposta, no?) però la taglio un po':
<< Vodafone lancia Firsts, il programma che vuole ispirare le persone – indipendentemente dall’età o dal luogo di provenienza >>
(fine della citazione ;-)

Detto questo: è un progetto che offre alle persone la possibilità di realizzare una cosa che non hanno mai fatto. Un sogno.

In estrema sintesi, si manda una propria candidatura, viene fatta una selezione, c'è un secondo passaggio dove si chiede ai finalisti di lavorare per mettere a punto la fattibilità del progetto.

E poi si fa votare alla ggente. E vincono in 10, uno per paese.

Il tema ha del potenziale, come si può vedere, ad esempio, da questo video della signora quasi 80enne che va per la prima volta sull'ottovolante :-)



Con l'occasione di questo progetto, si fa street marketing e si fa storytelling; ex post, raccontando le storie dei partecipanti, ex ante, organizzando con dei personaggi tosti due o tre "first" pre- progetto. E realizzando delle storie belle pesanti (e rivai di press release opportunamente tagliata):

Con Mari Kom - campionessa olimpica di pugilato; Vodafone ha lavorato con Kom per realizzare una palestra di box e di autodifesa per sole donne in Manipur, lo stato in cui è nata la campionessa. È stato girato un film sul percorso ispirazionale di Kom, che sarà parte di un’applicazione per smartphone dedicata all’autodifesa. Per le donne indiane che non hanno uno smartphone, Vodafone sta aiutando Kom a dare vita ad un servizio gratuito di SMS che consentirà di avere accesso a consigli sulla sicurezza e sull’autodifesa, ad un forum dedicato e a servizi telefonici di assistenza.

Con il recordman inglese del surf Tom Lowe, che utilizzerà la tecnologia mobile per raggiungere una delle onde più pericolose del mondo, la “Todos Santos”, collocata sulla punta settentrionale di Baja California in Messico. Vodafone aiuterà il surfista trentenne ad utilizzare un sistema di previsioni oceanografiche sul proprio smartphone che lo aiuterà a localizzare l’onda e a tentare di essere il primo europeo a cavalcarla. 

Con il musicista sudafricano Spoek Mathambo, 28 anni, a realizzare il suo sogno di creare una registrazione musicale utilizzando campioni presi da diverse comunità’ locali del Sudafrica. Mathambo ha intrapreso un viaggio in giro per il Paese, per incontrare e suonare con tre diverse comunità con l’obiettivo di produrre un unico pezzo musicale. 

Le prossime storie che arricchiranno il sito web comprendono: una produzione teatrale finanziata mediante crowdsourcing, un coro diretto mediante l’uso di colori e una foresta che canta. Tanta roba.

La candidatura scade il 15 Agosto. Se vi interessa...

martedì, giugno 17, 2014

Le nostre slide di strategia al MeetMagento


Come qualcuno di voi sa, qualche giorno fa sono stato invitato a presentare il nostro pensiero sulla strategia a MeetMagento; dovevamo esserci Giuliana (@forbiceverde) Laurita ed io, ma alla fine ci sono potuto essere solo io.

Ho raccontato, in estrema sintesi, alcuni ragionamenti su ecommerce, brand, costruzione di un'esperienza; e ho sintetizzato 5 o 6 cose fondamentali in qualsiasi approccio strategico digitale.

Adesso abbiamo messo su Slideshare le slide, aggiungendo qualche nota per renderle comprensibili.
Possono essere utili come guida e per far nascere alcuni ragionamenti.

Eccole:



lunedì, giugno 16, 2014

PR Unconventional: Supercar, 6.5 milioni di $ e la polizia di Dubai


Immagino molti avranno letto della flotta di supercar in dotazione alla polizia di Dubai.

Lamborghini, Bugatti, Aston Martin, Audi, Bentley... roba da 300 Km/h e più.

Una stravaganza? L'esigenza di contrastare una criminalità stradale fornita di mezzi da fantascienza?

No, un'operazione di PR. Per portare la polizia più vicina alla gente, ai residenti, ai turisti.
E la cosa sembra funzionare. 

Quand'è stata l'ultima volta che vi siete fatti fotografare con un poliziotto o con una pantera dei Carabinieri (le foto segnaletiche non valgono)?

Guardate il video e riflettete :-)
Per la serie "cosa faresti se avessi un budget infinito"



venerdì, giugno 13, 2014

Virale sul serio :-) Tipi da mondiale: il video di LINE

In genere (ve ne sarete accorti) preferisco non usare il mio blog per pubblicizzare progetti sviluppati dall'agenzia per cui lavoro.

Ma questa volta ci sta :-) 

Anche perché si può proprio dire che il video realizzato a per LINE (nota applicazione di messaggistica e chiamate gratuite...) sia diventato virale, venendo ripreso non solo dalle persone ma anche dai mass media... :-)

Godetevi il video e buoni mondiali :-)



E' stato il video più visto su Repubblica video :-)


Finiti su Ballarò :-)

giovedì, giugno 12, 2014

Offertona: muori su Games of Thrones per 20.000 £. Marketing Stunt, charity


Per un fan, il desiderio di essere parte di un mondo immaginario con cui si identifica è forte. Esserne parte è un sogno (ben esemplificato, nella maniera più nerd possibile ad es. nei cosplay).

Essere proprio dentro, con un cameo, di persona... non ha prezzo.

O meglio, adesso ce l'ha: 20.000 sterline.

Andiamo con ordine: l'ormai mitico George RR Martin (qui il suo sito), autore dei libri che hanno dato origine a Games of Thrones, intende raccogliere fondi per due iniziative no profit, il Wild Spirit Wolf Sanctuary e il The Food Depot.

L'idea, che funziona molto bene in comunicazione, è stata quella di offrire ai fan (anche) la possibilità di comparire nel prossimo libro della serie. Con un meccanismo di crowdfunding.

Ecco il link ufficiale:

http://www.prizeo.com/prizes/georgerrmartin/a-wolf-sanctuary-tour-and-helicopter-ride?utm_content=grrm&utm_campaign=georgerrmartin&

Come in qualsiasi iniziativa stile Indiegogo, ci sono parecchi livelli di donazione e parecchi livelli di reward. Alcuni intangibili, altri molto tangibili - come ottenere un cappello usato dall'autore, fare colazione con lui. O morire nella serie (in modo tragico e crudele).





Ottimo esempio di capacità di capire le persone che ti seguono, di interpretarne le motivazioni, di configurare un mix potente e un'idea molto mediatizzabile, socializzabile, amplificabile dai media :-)

Da segnalare che un'iniziativa comparabile (ottieni una particina nel film) è stata realizzata anche per il prossimo film di Star Wars.


Approfondimenti:

http://time.com/2836845/game-of-thrones-20000-killed-off-wild-spirit-wolf-sanctuary-george-rr-martin/

http://www.telegraph.co.uk/culture/tvandradio/game-of-thrones/10880268/You-could-die-in-Game-of-Thrones-for-20000.html

mercoledì, giugno 11, 2014

Ecco la nostra videointervista su Chestorie.com #StrategiaDigitale


Come anticipato, condivido l'intervista che ci ha fatto Daniele Tarenzi (grazie!) per l'ottimo CheStorie.com.

Parliamo del manuale di Strategia Digitale ma anche di come vediamo la situazione in generale della comunicazione digitale - quando si ragiona in termini strategici. Insomma, una cosa che potrebbe essere utile...

Le domande:

Comunicazione su Internet = quella che non costa nulla e che posso far fare a chiunque…che ne pensate?!

Il vostro è un manuale, ovvero le “istruzioni per l’uso”: è così?

Social media e professionisti della comunicazione: a volte un rapporto d’amore e odio! Che ne pensate?

Come vi immaginate il futuro della comunicazione digitale: un desiderio e un timore.
Qui sotto metto il video; e raccomando di leggere l'intervista qui:

Enjoy :-)


Brillante: l'app che pulisce i muri della città. Marketing utile.


Ritorniamo a parlare di brand utility, ovvero di azioni fatte dalle marche che danno un servizio, un valore concreto alle persone.

In questo caso, in Romania, il detergente CIF ha realizzato un'app. 

Con l'app le persone possono segnalare un muro imbrattato di messaggi sgradevoli, aggressivi.

Grazie alla geolocalizzazione, arriva una squadra di intervento che regala alla città un muro ripulito. E molta visibilità (anche in termini di media, buzz, amplificazione mediatica) all'azienda. Facendo una manica di conti, un ottimo investimento.

Easy.

martedì, giugno 10, 2014

E, per cambiare, un progetto Africano (Nescafè) ma anche un po' italiano

Questa è roba un po' diversa.

Un po' perché di Africa non si parla mai, sul fronte dei progetti di comunicazione.
E un po' perché parliamo di un'agenzia un po' italiana e un po' africana (Now Available Africa) :-)

Per Nescafé è stato realizzato un progetto sui sogni dei giovani africani. 

Un grande truck brandizzato Nescafé inviato sulle strade dell’Africa centro-occidentale (Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Burkina Faso, Mali, Senegal e Camerun), integrando nella comunicazione anche i social network: da Facebook a Twitter, YouTube, Tumblr e Instagram.

Dove l'itinerario era sviluppato collaborativamente, seguendo le indicazioni delle persone sui Social.

L'idea: raccogliere i sogni, anzi "il sogno" delle persone. Meccanismo classico (ad esempio molto simile a un progetto Vodafone che vi racconto tra un paio di giorni) - proponi il tuo sogno, mettilo in votazione... e l'azienda ne realizzerà uno.

Detto questo, guardatevi il video così capite tutto :-)

lunedì, giugno 09, 2014

Strategia Digitale: una conversazione con The Talking Village


Con nostro grande sollievo, il libro sta generando un certo interesse (e si vende) :-)

Oggi segnalo l'intervista / conversazione che abbiamo fatto con The Talking Village, che trovate qui.

Di cosa abbiamo parlato? Beh, ci siamo inventati un intervista incrociata, cercando tutti insieme di trovare domande difficili e interessanti:

 "A cosa serve questa strategia digitale? Non basta la creatività, o semplicemente l’esperienza? In fondo una Pagina Facebook non è una cosa da scienziati nucleari”

"Raccontata così sembra una cosa molto complessa e dispendiosa. Ma alla fine, secondo te che cosa serve davvero per una strategia digitale?"

"In un clima di tagli e di budget all’osso, chi si può permettere di spendere tempo e soldi in strategia? Non è un lusso da grandi aziende?"

"Per concludere, chi ha bisogno di una strategia digitale?"

Le risposte che abbiamo cercato di dare, come detto sono qui:

http://www.thetalkingvillage.it/blog/2014/06/05/strategia-digitale-una-conversazione-tra-giuliana-laurita-e-roberto-venturini/


Enjoy :-)












venerdì, giugno 06, 2014

Un VERO #Epicfail - SNCF (Ferrovie francesi) visto da Twitter :-)

Non esistono treni troppo larghi. Ci sono solo binari troppo stretti.

Gli epicfail non capitano solo da noi.

E, a volte, non sono solo dei "finti epicfail" (scrivi fischi per fiaschi, prendi qualcuno per il verso storto, canni una campagna di comunicazione).

A volte, come in Francia, fai dei casini epici. Che impattano davvero sulla vita della gente. E/o sui conti dell'azienda.

Come nel caso delle Ferrovie Francesi che immetteranno in circolazione treni di nuova generazione.

Peccano che siano più larghi dei precedenti.
E, non potendo restringerli, si dovranno fare dei lavori ciclopici per allargare le stazioni :-)

Più correttamente, si dovranno segare le banchine, per far posto al treno.

Ecco allora a voi una breve compilation del meglio della creatività degli utenti francesi di Twitter, che hanno commentato il fail :-) E buon venerdì.


Esausto per le critiche ricevute, che giudica ingiuste, l'ingegniere di SNCF va a casa ad accasciarsi sul divano











giovedì, giugno 05, 2014

Terza età su Internet-infografica (approfondimento Strategia Digitale)

Se a quanto si dice, c'è una disaffezione dei giovani verso Facebook (e poi ci sarebbero da fare dei seri distinguo, soprattutto per quello che riguarda il pubblico italiano, dato che queste notizie in genere riguardano gli US, che sono un tantino diversi da noi), c'è una chiara opportunità nella terza età.

Anche visto che, a quanto si dice (o ci si lamenta) siamo un popolo di pensionati :-)
E che pensionati non vuol dire rintronati analfabeti e analogici: chi va in pensione adesso ha fatto in tempo a godersi almeno 10-15 anni di sviluppo di internet in Italia e chissà quanti anni di PC...

Tanto per dare un'idea, in Italia su 26 milioni di iscritti a Facebook, dovremmo avere 4.2 milioni 50+ e circa 1.6 milioni sopra i 60.

Dal punto di vista dells strategia, questo ha delle chiare implicazioni - e si riallaccia al punto nodale, più volte sottolineato nel libro, di analizzare il proprio target senza preconcetti e guardando a dati e numeri. Ascoltandolo, mescolandosi con loro per capirlo, che è la cosa più importante...

Detto questo, allego un' infografica straniera, che può dare utili spunti... la trovate più in grande, con qualche commento, qui:
http://www.accredited-online-college.org/internet-usage/

mercoledì, giugno 04, 2014

Beck's - il primo poster suonabile


Classico esempio di Geek Advertising

Il primo poster suonabile, piazzato in Nuova Zelanda - all'interno di un progetto definito il "mese della musica" - tema che la nota birra sta cavalcando seriamente nel paese australe, sostenendo il lavoro di band emergenti locali.

Il poster.. beh, è touch sensitive, e lo potete far suonare i brani delle band selezionate come più interessanti .

Se guardate i video capite subito tutto :-)

Twitter: #playablePosters




martedì, giugno 03, 2014

Internet: spariscono 1.4 - 1.8 milioni di utenti in un anno (da PC) in Italia? Audiweb


Come ormai abitudine pluriennale, ecco gli aggiornamenti dei dati Audiweb - relativi al mese di Aprile 2014.

Questo mese la press release è particolarmente sintetica… ma ecco i principali dati (qui parliamo di italiani, dai due anni in su, che hanno utilizzato Internet su un PC e quindi escludiamo il traffico da mobile).

Nel mese di aprile 2014 sono stati 27,5 milioni gli italiani dai 2 anni in su che si sono collegati a internet attraverso un computer. Il che significa che dopo il recupero di Marzo (27.8 milioni), c’è stato un riassestamento (fossimo in borsa, parleremmo di “prese di beneficio”?).

Serie storica: Erano 27 milioni a Febbraio rispetto ai 27,4 milioni di Gennaio 2014. Serie storica: a Dicembre erano 28 Milioni. A Novembre 27,5 milioni. Ottobre 2013 – 27,7 milioni, Settembre - 27.9 milioni contro i 26.7 milioni di Agosto. A Luglio erano 27 milioni, a giugno 27,4 milioni. A Maggio 2013 erano 28,5 milioni.

Comunque, rispetto a Aprile 2013, siamo ancora in calo: erano 28,9 milioni quindi sono spariti 1.4 milioni in un anno (se poi volete farvi delle storiche più arretrate, fate un search su questo blog per “Audiweb” così recuperate i post precedenti e vi fate rapidamente una serie).

E qui, sarebbe molto interessante vedere i dati da mobile, per capire meglio che fine hanno fatto tutte queste persone… hanno tutte tagliato il filo e si collegano solo col mobile, a casa e/o in ufficio? O l’effetto Pasqua /ponte si è fatto sentire (tutti nella natura, basta Internet…?)

Ma proviamo a vedere i dati nel giorno medio. Ad Aprile 2014, 12,6 milioni. A Marzo erano 13,3 milioni. Nel giorno medio a Febbraio erano 13,5 milioni mentre a Gennaio 2014 trovavamo 13,2 milioni di utenti. A Dicembre erano 13,6. Serie storica: Novembre 13,4 milioni di utenti. Ottobre 2013 13,7 milioni. Erano 13.3 milioni nel giorno medio a Settembre 2013 contro gli 11 milioni di Agosto, i 12.8 di Luglio. A Giugno 13,5 milioni. 

A Maggio però la media è stata ben più alta: 14.2 milioni. Ad Aprile 2013 l’audience era di 14,3 milioni di utenti. A Marzo 14,8 milioni. 
Quindi, in un anno, il dato sul giorno medio parlano di una scomparsa di 1,8 milioni di utenti.

 Altro dato diramato, sul quando ci si collega: Le fasce orarie pomeridiane e serali registrano in media una maggiore concentrazione di utenti online nel giorno medio. Infatti, oltre il 50% degli utenti risulta online tra le 15:00 e le 18:00 (6,3 milioni) e tra le 18:00 e le 21:00 (6,4 milioni). Si registrano valori simili anche nella fascia oraria 12:00-15:00, con 6,2 milioni di utenti, il 48,9% degli utenti attivi nel giorno medio.

Per questo mese direi che può bastare così…