mercoledì, marzo 27, 2013

Se il blogger ti scoppia in mano...

Anzi, la blogger.
Segnalo questo post piuttosto arrabbiato da parte di Serena, di Genitori Crescono:

Questo post mi da' spunto per una qualche riflessione sparsa - che molti addetti ai lavori (ma non tutti) hanno già metabolizzato. Quindi ne approfitto e condivido un mio pensiero (debole?).

E' chiaro che i blogger ( e specialmente le cosiddette "mamme blogger") sono ormai un target di influencer molto ambito, su cui un po' tutti stanno andando a tappeto.

Il problema, (e lo vivo quotidianamente sulla mia pelle, come blogger, non come mamma) è non capire alcune cose di base:

a) Sono / Siamo sommersi di proposte

b) Non essendo giornalisti, possiamo anche non essere interessati, quindi ci deve essere un senso nella richiesta di pubblicazione; perché lo si dovrebbe pubblicare? Come farebbe del bene al nostro blog / al nostro brand?

c) Non essendo giornalisti, ci si deve parlare in modo diverso

d) Attenzione agli stereotipi e alle sensibilità. Non essendo giornalisti possiamo permetterci di irritarci e rispondere se riteniamo di essere stati offesi (e a volte la barra della sensibilità sta decisamente in basso, basta un niente...)

e) Si è ormai percepito che i blogger portano valore. E perché si dovrebbero sbattere a gratis per portare valore ad un'azienda? 
Al di là del pay per post che tendenzialmente è deprecato, su quale base logica un blogger (normalmente povero) dovrebbe fare un favore ad un'azienda (che investe centinaia di migliaia di euro, se non milioni, in comunicazione?)

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