venerdì, luglio 27, 2012

Funzionerebbe, in Italia, questa pubblicità?


Si può parlare di un supermercato raccontando una storia d'amore, invece che parlando del solito 3x2?

In Nuova Zelanda ci hanno provato.

Da noi, in questo momento dove si sta veramente più attenti ai soldi, funzionerebbe?


L’importanza del brief (Articolo)

Se le aziende chiedono ad agenzie e consulenti di fare sempre di più con sempre di meno… allora le aziende devono fare la loro parte, per non trasformare un lavoro in una mission impossible.  

Elemento critico, specialmente in ambiti così complessi come la costruzione di operazione di comunicazione digitale che spesso richiedono declinazioni ricche e complesse, è la capacità di passare a chi ci deve lavorare un brief chiaro, coerente e completo.

Ne parlo:

- Nel mio nuovo articolo per Tech Economy, che potete leggere qui

- Riprendendo un vecchio articolo che va più nell'operativo, sul mio altro blog, e lo potete leggere qui.

Enjoy.

giovedì, luglio 26, 2012

Il consumer diventa venditore, con un e-commerce di cosmetici



In realtà da anni esistono reti di vendita fatte da non-professionisti, che poi magari diventano professionisti...tipicamente le vendita da amica ad amica... (Amway, Tupperware, Avon...).

Qui però si porta la disintermediazione / disintegrazione della rete commerciale un passo più in là: Mark (che fa sempre parte di Avon...)  è un negozio online di fashion e beauty... che però permette ai consumer di diventare promotori, anzi retailer.

Il privato può infatti mettersi su un proprio negozio Mark online, una eboutique - in cui è lui a decidere la gamma e l'assortimento. Vendere online... ma anche offline, nei classici party di vendita a casa di gente. Promuovere, con i propri canali, le vendite.

In cambio: sconti, promozioni e ovviamente una commissione sulle vendite. Naturalmente, in perfetto accordo con il modello delle vendite personali è previsto un training (online).

La cosa più interessante ed innovativa è proprio il supporto alla creazione di una propria attività di e-commerce, in aggiunta al classico lavoro "di persona".

Un altro passo verso la smaterializzazione delle reti distributive... o quanto meno un ulteriore sconquasso?


Un pianoforte che suona via Twitter


Mi piacciono molto quei progetti che interfacciano la realtà con il virtuale, che permettono di comandare da Internet oggetti e device nel mondo reale.

In questo caso, un pianoforte. Il primo pianoforte interattivo.
Si manda un tweet, richiedendo una canzone, una in particolare o un pezzo di una band che si ama. E il pianoforte, piazzato in un evento, suona da solo ciò che desideriamo.

Guardatevi il video qui sotto e per approfondimenti, guardate qui: http://stanleypiano.com/


@StanleyPiano, the world’s first interactive player piano, makes his worldwide debut at Seattle’s Capitol Hill Block Party. Stanley is a precocious instrument who takes song requests via Twitter. Stanley can play a lot of songs, but he loves indie music. He even went out of his way to learn a song for each of the bands playing at the Block Party. Stanley bares all as his moving parts (gears, bellows, hammers, valves) visibly work as the keys press themselves.
To make a request or chat with Stanley during the Block Party (July 20-22), simply tweet your song or message to @StanleyPiano. Fans will be notified when their song is up next and view the full list Block Party songs at stanleypiano.com. Stanley is very chatty, so all song requests are welcome. Ask him to play Freebird and see what happens.
Block Party attendees can meet Stanley in person in the parking lot on Pike Street between Poquito’s and Havana Social Club.


mercoledì, luglio 25, 2012

Turismo svizzero e razzismo: come buttare i soldi...

Gran brutto mestiere, quello del comunicatore turistico...

Nonostante l'eccellente lavoro di comunicazione e social dell'ufficio del turismo svizzero, una bella tegola mediatica rischia di mandare in vacca buona parte del lavoro fatto in Italia e di far buttare nel cestino sforzi e investimento.

La storiella è quella tipica della Svizzera di un po' di anni fa, il razzismo anti italiano. 

Se ora nei centri urbani sembra sparito, evidentemente fa fatica (come le nevi) a sciogliersi alle alte quote - e così un gruppo di studenti minorenni italiani si è visto negare l'accesso ad un rifugio svizzero - proprio per la loro etnia sgradita.

Si veda questo articolo del Secolo XIX ma, ovviamente, anche altre decine o centinaia (stanno spuntando come i funghi) di riprese e condivisioni online.

Ora, pur amando molto la montagna e l'eccellente lavoro dei comunicatori elvetici, è ovvio che una notizia come questa di botto mi fa decidere di non andare a spendere i miei soldi nella Confederazione, ma in altre mete più "friendly". 

Mi stavano simpaticissimi Sebi e Paul che parlavano di me su FB... ma avendo famiglia poi mi viene paura che i miei figli non incontrino nella realtà questi due simpaticoni tecnologicamente avanzati e si debbano invece confrontare con esperienze umilianti - erogate da uno svizzero molto meno simpatico e molto più paleolitico - che parli di loro, dal vivo, in termini molto meno lusinghieri.


Come spesso dico, la comunicazione non può mettere un tappo sulle mancanze di prodotto (per onestà professionale, anche noi, in Italia, sul turismo di magagne ne abbiamo - eccome...)


E quindi la più brillante operazione di marketing si affloscia dinnanzi alla stupidata (o alla carognata) di un oscuro cittadino, le cui gesta però possono portare danni a livello ben più vasto della sua piccola valle.

Di fronte ad una aperta, accogliente e smart Obermutten che visiterei volentieri, tutto un sistema rischia di prendere un bel soprassalto per colpa di un'oscuro rifugio di montagna (per la cronaca, il  “Fourcla Surlej”)  dal gestore tignoso... (che ovviamente, di fronte al clamore mediatico generato e alle reazioni anche a livello diplomatico fra le nostre due nazioni, si è affrettato a cercare di metterci goffamente una pezza...)

Il dramma dei comunicatori turistici.. dove non solo c'è l'agenzia e il committente... ma i cani sciolti che formano il sistema turistico e che sono in grado di combinare di quei casini ... che poi - grazie a Google - resteranno scolpiti nei bit per sempre o giù di lì...

Roberto Venturini Sponsorizza un Satellite


Nel quadro dei miei massicci investimenti di marketing, ho deciso di allocare la cospicua cifra di Euro 6 per sponsorizzare una nano missione spaziale :-)

Mi sono di nuovo fatto intortare da Kickstarter* e questa volta (dopo aver sponsorizzato il recupero di libri di fantascienza dimenticati), ho scelto una missione più tecnologica, una missione spaziale.

Il progetto SkyCube prevede infatti la raccolta fondi per la messa in  orbita di un nano satellite, che ha come obiettivo di fare sensibilizzazione e cultura del grande pubblico verso il mondo delle (piccole? Democratiche?) missioni spaziali.

Insomma, una missione spaziale molto social :-)

I livelli di investimento variano da 1 Euro a parecchie migliaia. 

Con il mio livello di investimento ho diritto a sponsorizzare 1 minuto della missione, inviare al mondo 6 brevi messaggi dal satellite (probabilmente uno sarà di autopromozione business e gli altri di tagli più elevato, arrivando da così in alto) e di richiedere una foto dal satellite.

L'operazione è interessante perché è in grado di portare, a parte nuove aree di business per l'azienda che l'organizza, di generare interesse attenzione (e vendite?) sui software mobili per l'osservazione astronomica che l'impresa produce - l'ottimo SkySafari.

Ora. il budget per l'operazione di sviluppo, realizzazione e messa in orbita del satellite è di  82.500 dollari, abbastanza nel range accettabile per un'operazione di marketing low-cost. 

Dunque, spazio, ultima frontiera dell'unconventional?

Allego un paio di video.

*(kickstarter è piattaforma per il finanziamento di progetti e startup - se non la conoscete, da guardare assolutamente, anche perché mi sembra che davvero riescano a raccogliere fondi, molti progetti che ho seguito hanno superato di gran lunga l'obiettivo minimo prefissato...)



martedì, luglio 24, 2012

Audi, Londra: che experienza dal concessionario digital-interattivo

A Londra Audi apre una concessionaria very digital, a pochi passi da Piccadilly Circus.

Grazie ad un'abbondanza di schermi che presentano in scala reale, il potenziale cliente potrà finalmente godersi la possibilità di esplorare le milioni di possibili combinazioni e configurazioni del veicolo.

Comandando il display con movimenti del corpo, molto più naturali che lo schiacciamento di tasti o la manipolazione di mouse - per una "experience" più immersiva e interessante. Giocando con campioni di colore etc.

Sono in programma una ventina di aperture internazionali di show-room digitali nel mondo nei prossimi anni. Anche se la marca non è proprio nella mia shopping list, il suo concessionario interattivo è sicuramente nella mia to-do / to-visit list...:-)

"Audi is preparing automotive retail for the future and complementing its dealer network with a new format -- Audi City. The first location opens in London close to Piccadilly Circus. The brand's entire model line-up is presented fully digitally in a compact space. The efficient use of space facilitated by this approach allows the four rings to be present in the heart of major international cities. Over the next few years, Audi will secure more of these attractive locations, opening more than 20 stores worldwide by 2015. In future, Audi City will also play a crucial role in the marketing of new mobility services and electric-drive Audi models."

Guardatevi il video... e anche il sito, via.



lunedì, luglio 23, 2012

Un fan su Facebook vale 4 sterline a settimana?


O, per essere più precisi, 3.82...?

Questo è il risultato di un'indagine condotta da We Are Social in UK e dal loro cliente Bulmers, attraverso un questionario.

Quello che hanno scoperto è che, rispetto ad un non fan, un fan del sidro Bulmers consuma quasi 4 sterline in più di prodotto alla settimana. 

Su questa base possono farsi una manica di conti sul ROI, of course... ipotizzando sia vero il numero e sia applicabile a tutti i fan; tenendo conto che hanno circa 79.000 fan, la loro presenza su Facebook dovrebbe portargli un extra business annuale di 15.7 milioni di sterline... (mah)

Attenzione: ovviamente il dato è specifico e non replicabile... anche se so già come andrà a finire e inizio a contare i minuti che mi separano dal momento in cui lo vedrò riportato in qualche presentazione di qualche azienda o agenzia come un benchmark di valore assoluto... ;-)

venerdì, luglio 20, 2012

Un jingle contro il sole. Da antologia.


Per la serie "un caso da antologia" ... parliamo di una campagna sociale, low cost e con un brief tutto in salita.

Come ricordare agli Australiani (che hanno una probabilità altissima di beccarsi un cancro alla pelle durante la propria vita) di mettersi la crema solare, visto che altre forme di comunicazione sociale avevano fallito in questo compito?

C'è riuscito... un jingle. Diffuso il più possibile. Un messaggio che vuole innescare un riflesso condizionato. Lo sento, ci penso, mi ricordo, metto la crema.

Un'idea estremamente mediatizzabile per il suo news value. 20.000 dollari di investimento, 3 milioni di dollari di valore in termini di esposizione mediatica gratuita.

Guardate il video. E mettetevi la crema, che il sole picchia.


Ikea: Occupy Charles de Gaulle



Ikea a Parigi esce dal metro (dove aveva costruito un appartamento abitato) e entra all'aeroporto - dove fa un'operazione di marketing solidale (con i viaggiatori).




Realizza l'Ikea Lounge, 220 mq arredati Ikea, dove i viaggiatori - e specialmente i bambini, possono attendere con stile e relax. Compreso l'angolo siesta.


Guardate il video qui sotto, e date un'occhiata alla loro pagina Facebook.

E già che ci siamo, ricordo queste simpatiche iniziative passate :-)

http://robertoventurini.blogspot.it/2012/04/il-fuori-salone-di-ikea.html

http://robertoventurini.blogspot.it/2011/09/ikea-la-nursery-per-i-maschi-adulti.html

giovedì, luglio 19, 2012

La birra di Ikea: marketing o prodotto?


Se non fosse Ikea, non sarebbe probabilmente una notizia.

Però, in questo caso, il fatto che l'azienda mette in commercio una propria birra, anzi due (la Öl Mörk Lager e la Öl Ljus Lager, vendute solo in UK - e probabilmente servite alla nursery per soli adulti)  fa riflettere.

Da un lato, inevitabilmente, è in se' una notizia, data l'attenzione (a volte, l'amore) che viene generalmente data a Ikea.

D'altra parte c'è da domandarsi se sia solo uno stunt di marketing: se ci avete fatto caso, oltre a mobili, tessile e accessori, l'azienda svedese sta entrando lenta ma inesorabile in un'altra serie di mercati - a memoria posso citare prodotti per la cura del corpo (solari, bagno schiuma, saponi...), detersivi, food (a partire dalle mitiche polpette surgelate, per arrivare a succhino di frutta, al caffè...).

D'altra parte noi non ci stupiamo più di fronte alle marche commerciali, compriamo tranquillamente un un abbonamento di telefonia Coop, un fazzoletto di carta Carrefour, un tonno Auchan.

Strategia di diversificazione e di estensione da parte di Ikea? E dove potrebbe andare? Abbigliamento? (oddio, fanno già gli accappatoi). Elettronica di consumo? (oh cielo, ma loro producono già televisori hi-tech)...

(Scusate la battutaccia, ma secondo voi, insieme alla birra ti danno anche la mitica chiave a brugola per stapparla?)

Il taxi costa un sesto, se lo chiami con Twitter


Per comunicare il fatto che "fare il pieno" con la Nissan Leaf (auto elettrica) costa un sesto rispetto a un'auto a benzina, a Londra hanno introdotto in via promozionale un servizio di taxi gratuito... a condizione che lo si chiami con un tweet contenente la destinazione e l'hashtag #6xCheaper.

Chi è stato scelto ha avuto la fortuna di vedere arrivare una Nissan Leaf che lo porta a destinazione. Il tutto all'interno di un programma di promozione digitale del prodotto molto più articolato... http://the-big-turn-on.co.uk

Guardate il video, spiega tutto.

mercoledì, luglio 18, 2012

Hamburger nell'orario ferroviario :-)

Ancora unconventional.
Polonia, Varsavia.

Grazie ad un accordo (che sono felice di non aver dovuto negoziare io), McDonald's è riuscita ad entrare nel tabellone delle partenze della stazione ferroviaria.

Così non solo sai tra quanto tempo parte il tuo treno, ma sai anche (in quel tempo) quale combinazione dei prodotti McDo fai in tempo a goderti.

Video auto esplicativo.

Enjoy. E occhio alle calorie. Problema che io non avrei, dato che i treni in genere li prendo con non più di 20-30 secondi di margine...

martedì, luglio 17, 2012

Rubare... o collaborare? Questa è bella :-)

Curioso e raro caso, in cui un'azienda fa la parodia della pubblicità di un'altra azienda (non concorrente) e di qui si innesca un processo di botta e risposta - che finisce a fin di bene :-)

Qui sotto trovate il video completo che raccoglie i 4 spot.

La storia in sintesi: una compagnia di assicurazioni sudafricana (Santos) fa uno spot (francamente poco memorabile, secondo me).

Una catena di fast food (Nandos) lo parodizza.

L'assicurazione risponde: invece di portarli in tribunale li sfida in diretta a consegnare un certo numero di pasti gratis a una casa per l'infanzia

Il fast food esegue e rilancia :-)



lunedì, luglio 16, 2012

Impressionante: cosa non si può fare con l'acqua...ambient


Questo mi ha davvero impressionato. Forse siamo più in direzione dell'arte che della comunicazione pubblicitaria, ma certo vale la pena guardare il video.

Si tratta di un'installazione posta nel metro di Osaka.

Se volete una fontana verticale. Ma è molto di più

Gocce d'acqua vengono lasciate cadere. Ma il sistema è controllato da un sistema sofisticatissimo, che trasforma l'acqua che cade in un display.

Guardate il video, che merita.


venerdì, luglio 13, 2012

Ti frullo nelle porte girevoli

Post leggerino - unconventional del venerdì.
Porte girevoli e frullatore... Siemens :-)

A me farebbe paura, ma riconosco che fa il suo impatto :-)

Garage: l'e-commerce personale approda sul telefono



L'ecommerce personale approda direttamente in tasca, con Garage, la nuova  App gratuita (per iPhone) per comprare e vendere le proprie cose, con un flavor "social" :-) 

Invece di andare a smanettare con eBay o altri sistemi, l'idea di questa app è di rendere facile e immediato mettere in vendita i propri oggetti dal proprio smartphone, di comprarne e di scoprirne di nuovi, socializzando e seguendo gli  amici per vedere in tempo reale cosa vendono ma anche cosa comprano e cosa gli piace.

Non è, direi una applicazione adatta ad uso "industriale" (non ci metterei su un vero e proprio negozio, come su eBay, appunto), ma mi sembra più pensata per un uso granulare e easy.

Qualche punto interessante...

a) è un progetto incubato da H-Farm e in cui ha investito Balderton Capital, uno dei più grandi Venture Capital europei - il fondo inglese non investiva su una società italiana dal 2002, anno in cui aveva scommesso su Yoox... 

 b) permette di  accettare pagamento immediato con carta di credito (bisogna avere PayPal) 

 c) ha una dimensione social anche nella dinamica d'acquisto:è possibile  commentare gli oggetti ed anche chattare in privato per mettersi d’accordo, verificare quali sono gli oggetti più popolari... 

d) se siamo in carenza d'acquisto, è possibile trovare gli oggetti in vendita più vicini,  grazie al gps dello  smartphone  

Interessante secondo me da seguire per vedere se e come riuscirà ad avere una sua "traction" sul mercato: in effetti in questo momento non  vedo applicazioni forti e comode nel piccolo commercio da persona a persona (e dio sa che ne ho di roba che venderei volentieri, in cantina), in assenza delle classiche "garage sale" americane nel vialetto di casa...

giovedì, luglio 12, 2012

Aeroporto: check-in wireless con Quantas.


Fare check-in può essere divertente, se fatto con Foursquare o su un Social Media. Può essere una vera seccatura se lo si deve fare in aeroporto, per prendere un aereo.

Da tempo si parla e si sperimenta di modi alternativi di fare il check-in, e il mobile check-in è sicuramente lo strumento più comodo... salvo il fatto che se uno ha le valige da imbarcare il processo si complica.

Quantas, la linea aerea australiana sembra aver trovato una buona soluzione con il check-in RFID per i suoi frequent flyer.

Con il Q Bag Tag, si può fare check-in via Internet o mobile, poi una volta arrivati in aeroporto saltare le file e mollare la valigia col suo tag al volo all'apposito sportello di accettazione, senza code.

Il Tag si sincronizza automaticamente con i dettagli del volo e si occupa di comunicare coi sistemi di smistamento e imbarco, in modo da far salire la valigia sullo stesso volo che occupate voi. Senza dover stampare, attaccare, incollare adesivi o pezzi di carta, senza complicazioni:

"At the Bag Drop, your Q Bag Tag is synchronised with your boarding pass or Qantas card and flight details. The flight details are then recorded in your Q Bag Tag for that flight. The Q Bag Tag does not store any personal information."

La Bibbia in Hotel...è un Kindle

A Newcastle l'Hotel Indigo ha deciso di digitalizzare anche le pratiche religiose dei clienti.

In ogni stanza un Kindle con la Bibbia precaricata. Ma se il cliente è di un'altra religione, viene offerto il download gratuito del libro sacro di loro pertinenza.

Se l'utente è ateo, agnostico o vuole leggere qualcosa di più leggero, può scaricare i libri che vuole... addebitati poi in fattura.  




mercoledì, luglio 11, 2012

Cena con Make-up incorporato. A Madrid.


Anche in Spagna  la crisi picchia duro, tanto di mettere alle corde i ristoranti.

Per sopravvivere occorre, lo sappiamo, innovare, essere creativi, pensare al proprio mercato in un'ottica strategica.

Ad esempio come ha fatto il ristorante Zamburiña, con i suoi Beauty Dinners. Si cena, si beve, si ascolta un po' di buona musica grazie al resident DJ... e un team di make-up specialists rimette al massimo le gentili signore, magari provate da una giornata di lavoro. 

Cenate e settate appropriatamente per una notte di festa... vedi alla voce vantaggio competitivo.
Per le signore e per il ristorante.  



50+ e Social Network

Secondo il Pew Internet Life Project,  la maggioranza degli americani oltre i 65 anni di età (il 53%) è su Internet e il 34% é su un Social Network, mentre il 18% è su Facebook. Il numero è significativo: per la prima volta si passa il 50%.

Se la guardiamo da un altro punto di vista:

In Italia gli over 65 rappresentano un 4.3% del pubblico Facebook, mentre negli USA rappresentano circa il doppio, a 9.1%

Conclusione: per ora Facebook in Italia è probabilmente una piattaforma che possiamo trascurare nella nostra pianificazione di comunicazione per la terza età (anche se non dimentichiamoci che complessivamente, gli over 55 in Italia sono il 15% del totale dei navigatori e sono quasi tanti quanto i navigatori 25-34...).

Ma per quanto lo sarà ancora? E come saranno le pagine Facebook quando dovremo pensarle per persone dai capelli più bianchi, con una cultura diversa, ma con molta più esperienza di vita?




martedì, luglio 10, 2012

Il ROI di Facebook e Twitter (ma c'è una sorpresa)

Ecco una simpatica infografica che affronta il tema del  ROI di Facebook e Twitter.

Può essere un utile spunto di riflessione e/o una cosa utile per qualche vostra presentazione.

Ma c'è un aspetto interessante, che merita di essere sottolineato. Fonte dell'infografica è certa Inventhelp, società USA che si propone come supporto agli inventori, dietro pagamento.

1) che c'entrano loro coi Social Media e con il ROI?

2) se cercate in rete, troverete non poche lamentele da parte dei loro clienti (nell'area hanno preso i soldi e non hanno rispettato le promesse... tanto che qualcuno parla addirittura di "scam"). Sembrano molto bravi e attivi a "vedersi" sul mercato...

Mio sospetto: ma per attirare l'attenzione sul proprio prodotto / servizio, anche se non c'entra nulla con i Social, cosa c'è di meglio di una bella infografica ad effetto (che non è poi che dica chissà che cosa...)?

Strategia diabolica di marketing... ? ;-)


Vuitton ci insegna a fare le valige.


Cioè, loro sanno benissimo come si fanno le valige (le fanno da secoli); insegnano a noi come si mettono, ordinatamente, i nostri vestiti e oggetti dentro la loro valigia.

Grazie.

Nella logica di "Brand as a service provider". 

Resta il fatto che che non è nulla di specifico al loro prodotto, anzi, è un'info generalissima... a me rinforza il concetto che il prodotto è una commodity, più o meno, in cui pago un premium price elevatissimo giustificato dagli intangibili (e si, d'accordo, anche da una qualità merceologica superiore....)

 

lunedì, luglio 09, 2012

Genio: il deodorante per spingere la lettura

Un altro bel caso di bathroomvertising. Ecco la sintesi:


Russia: storicamente un paese dove si leggeva moltissimo.

Problema: calo della lettura.

Committente: catena di librerie.

Brief: ricordare che leggere è bello, e comprare il libri anche.

Insight: in bagno si legge. 

Qualsiasi cosa su cui si possa mettere le mani, quando non c'è un libro.

Idea: realizzare una serie di deodoranti ambientali per il bagno... il cui retro non siano le solite indicazioni ma un estratto da libri famosi...

Dopodiché li si è piazzati nei bagni di uffici, centri commerciali, ristoranti... ma anche negli scaffali dei supermercati...

I risultati, come vedrete dal video qui sotto, sono stati significativi. E il deodorante, da oggetto promozionale, diventa un prodotto in vendita nelle loro librerie...


Il Cliente? Va formato. Altrimenti non ne usciamo vivi


Uno degli aspetti che nel corso del mio lavoro nel magico mondo del digitale mi è apparso più evidente è la necessità per le aziende di formare i clienti.
E’ cruciale, per tutte le aziende che mettono sul mercato un prodotto od un servizio che a al produttore sembra semplice ma che al potenziale cliente può risultare estremamente complesso.
Questo si applica a chi produce prodotti complessi. Si applica a chi offre servizi. E di conseguenza riguarda anche chi vende servizi di comunicazione alle aziende. E le aziende che comprano servizi di comunicazione.
Ma, a fare formazione sul digitale, dovrebbe andare l'Amministratore Delegato, non il middle management...
Ne parlo sul mio più recente articolo per Tech Economy che potete leggere qui

venerdì, luglio 06, 2012

Shopping, altro che Farmville :-)


Gamification, gamification... ma dalle verdi colline e dalla polverosa terra di Farmville,  Fantasy Shopper porta le gentili signore nello spietato e glamorous mondo dello shopping.

Semplice concetto: un po' di denaro (virtuale). 

Una paghetta se torni spesso. 

Col tuo budget giri per i più interessanti e famosi negozi di Londra. E compri, virtualmente, capi e accessori. 

Ma se scendi di un bottone, lo compri davvero e te lo spediscono a casa (in questo caso, però, i soldi li vogliono veri)

Realizzi il tuo outfit virtuale. Lotti per conquistare saldi e sconti. Condividi socialmente. E rimani irrimediabilmente shopping dipendente. Alla Kinsella.

Merita di essere esplorato e di rifletterci - per questo, do your best and link the rest, leggetevi l'articolo dell'Economist : http://www.economist.com/node/21548929 anche perché è una delle "hottest startup" europee.

Il più grande QR Code del mondo


Per supportare un progetto di charity, si è pensato bene di realizzare il più grande QR Code del mondo.

Il video, come spesso capita, spiega molto bene.

 E qui c'è la storia.


giovedì, luglio 05, 2012

Il QR Code dei vagabondi :-)



Molto, molto tempo fa, in America c'erano gli Hobo.
Vagabondi. Quelli dei treni.
Una tribù nomade, con un proprio codice segreto - graffiti, disegnini che indicavano agli altri membri pericoli, davano suggerimenti e utili indicazioni sul territorio (vedi sotto).

Da questa ispirazione, un kit urbano di stencil per QR Code, realizzato dal Free Art and Technology Lab (F.A.T) 

100 simboli per i passanti tech-savvy, molto geek advertising. Per dare informazioni, indicazioni per i nomadi urbani.

Non è un progetto di comunicazione commerciale, ma è una gran bella ispirazione.


Alcuni esempi del codice Hobo 

Kia: la corsa a marcia indietro


Come promuovere il nuovo sistema di visualizzazione posteriore installato sull'auto? Semplice, organizzando una gara automobilistica. 

Dove però si corre all'indietro.

Si vede il video, si capisce subito ;-)


mercoledì, luglio 04, 2012

Costruire col Lego, in Australia :-)




Bella iniziativa per festeggiare i 50 anni del mattoncino più famoso del mondo nel paese australe.




Sulla mappa dell'Australia, chiunque può costruire un edificio virtuale... usando virtualmente i Lego. 

L'ho trovata un'idea divertente... ed  engaging.


Potete farlo anche voi: http://www.buildwithchrome.com/

Ecco il video:


Paypal: pagare mobile senza tanta tecnologia

Da Paypal una proposta interessante: poter pagare in negozio usando il proprio cellulare.... ma senza troppe complicazioni e senza installare costose apparecchiature sul punto vendita.

Ad esempio, semplicemente scansionando un codice a barre generato sul proprio telefono... guardate il video, che è interessante.


PayPal PoS Trade Show Final Cut from Newspepper on Vimeo.

martedì, luglio 03, 2012

Sky On Demand: non tutti sanno che.... (dal vostro inviato)



Reduce da una presentazione del nuovo servizio Sky On Demand, vi riporto cosa ci hanno raccontato, da bravo inviato speciale.
Non sto però a dirvi le cose "di base" sul servizio - quelle le trovate già sul sito o su un numero infinito di altri blog e forum, che vanno nel dettaglio. Anche perché altrimenti questo post diventa lunghissimo.

Mi concentro sulle anticipazioni ottenute e aggiungo un paio di riflessioni attinenti al fronte "comunicazione" - con qualche ragionamento su cosa potrebbe avvenire... premesso che avevo già testato da casa il servizio e che mi ha fatto un'ottima impressione; prevedo di farne un forte uso, essendo io uno di gusti televisivi un po' difficili e particolari.

Informazioni di base
Sky On Demand è un servizio di Video On Demand - ovvero, scegliendo tra una ampia lista di programmi disponibili, potete scaricare sull'hard disk del decoder (My Sky HD, collegato a Internet)  il programma e guardarvelo quando volete.

Non si tratta di uno streaming ma di un download: così, a fronte dell'attesa di qualche secondo perché si registri sull'Hard Disk una prima parte del programma, poi lo vedete senza temere interruzioni e salti - il programma resta poi sul disco per visioni successive... fino a quando non arriva a scadenza (per questioni di diritti, alcuni contenuti dopo qualche settimana o mese potrebbero essere automaticamente cancellati - ma dovrebbe essere un caso raro).

La qualità
Al momento i contenuti non sono in HD. 

Questo anche perché le persone devono un po' sperimentare il servizio e vedere come va. Abituarsi e farsi una buona prima impressione. 

Un contenuto in HD ci mette di più a scaricarsi, quindi i tempi di attesa sono un po' più lunghi. E il rischio è che le persone potrebbero trovare eccessivo questo tempo di attesa (al momento per i contenuti in SD, a seconda della banda a disposizione, la mia esperienza personale è che tra i 10 e i 30 secondi sono sufficienti per veder iniziare il play, mentre sotto continua a registrare).

La qualità (in realtà è una qualità intermedia tra SD e HD) è comunque piuttosto buona.

A tendere però, l'utente potrà scegliere la qualità - ovvero decidere se vale la pena aspettare qualche secondo in più e scaricare la versione HD, oppure se preferisce maggior rapidità e una qualità inferiore.

Il catalogo
A oggi sono 1.200 titoli disponibili, a tendere si pensa di averne circa 2.000, con una rotazione settimanale. Si stima di far ruotare in un anno almeno 8.000 contenuti. Molto interessanti per me sono i cofanetti completi delle serie, e i percorsi tematici cinematografici, con un taglio anche culturale (finalmente...).

Sempre a tendere, intendono rendere disponibile (a rotazione) tutta la programmazione cinema (visibile, ovviamente, solo a chi ha sottoscritto il relativo pacchetto).

Sullo sport: gli eventi saranno tendenzialmente in diretta, ma aggiungeranno in download degli speciali, sintesi delle partite, approfondimenti. Le cose che costruiscono un'integrazione all'esperienza dell'evento. In preparazione (vedi Olimpiadi) o come analisi ex post.

Interessante notare che ci saranno anche i contenuti Primafila - quelli da comprare per vedere, fuori pacchetto; e qui l'acquisto sarà semplicissimo, direttamente dal telecomando. Riducendo attriti e favorendo l'acquisto d'impulso (nota per me stesso: ricordarsi di bloccare il servizio, onde evitare che i bambini massacrino il mio conto corrente)

Il prezzo
E' gratis. Per gli abbonati Sky con almeno un anno di anzianità, solo loro per ora possono accedere al servizio - una maniera per fare (immagino) una beta allargata e premiare la fedeltà. 
Non si tratta di una promozione temporanea, per quello che si riesce a capire il servizio dovrebbe restare gratuito.

Il modello di business
Interessante: viene riconfermato che l'obiettivo di business è il centrarsi sugli abbonamenti come fonte principale di revenue - con la pubblicità come fonte secondaria. E quindi l'obiettivo del nuovo servizio è fare soprattutto retention dei clienti. 

Si insiste molto sul tema di aggiungere valore a fronte del canone che viene richiesto, aggiungendo nuovi servizi gratis, come già SkyGo. Di coccolarli. Di tenere a bordo i 5 milioni che hanno il servizio (e magari aggiungerne un po', direi...)

E di migliorare il valore del tempo passato a usare Sky, massimizzando la soddisfazione attraverso l'accesso a contenuti on demand. In sostanza, pago, ma vedo (sempre? solo?) contenuti che mi piacciono molto, quindi vale la pena continuare a pagare.

E il mobile on demand?
Nessuna informazione certa sui tempi... tranne il fatto che arriverà :-)

Maggiore controllo sul proprio palinsesto, la TV non vuole morire. E meno pirateria?
L'operazione segue la evidente tendenza di molte persone (non tutte) dell'avere un maggiore controllo personale sul proprio palinsesto. Il che ha decretato (insieme a altri motivi) il successo del video su Internet.

Dato che la TV non vuole morire (e le audience televisive non stanno certo calando, in media) e lasciare campo libero all'online, offrire un'alternativa di qualità in modalità on demand mi sembra una bella cosa.

Di certo potrà rendere meno interessante il ricorso alla pirateria (poi dipende...). Io posso essere tentato di scaricarmi illegalmente delle serie TV, dato che non sono facilmente reperibili, che il cofanetto coi DVD costa un sacco e la spesa non è magari giustificata dal fatto che finisco per vederli una volta massimo due.

Se però posso averli in qualità superiore a quella di un download illegale, senza sbattermi a cercarli su muli o torrenti, ritrovandomeli direttamente sulla TV e per di più gratis e che non devo aspettare ore o giorni per tirarli giù... ma chi me lo fa fare di piratare? ;-)

A me piace molto poter recuperare programmi che mi sono perso - che mi sono dimenticato di registrare (io personalmente uso molto la Guida TV su iPad, per poter programmare le registrazioni da remoto, cosa che trovo comodissima). E già adesso mi sto progressivamente svincolando dall'orario di emissione.

Mi organizzo un pacchetto di download, poi quando ho tempo e voglia di vedere TV decido al momento (dopo serrate negoziazioni con la moglie) cosa vedere. Il che, devo ammetterlo, ha fatto sensibilmente aumentare il mio tempo dedicato alla TV negli ultimi mesi.


Qualche riflessione sul mercato pubblicitario...
E' chiaro che, in un contenuto scaricato, teoricamente la pubblicità si può saltare facilmente con un bel fast forward (a meno di renderla non skippabile, cosa che non prevedono di fare).

Al momento la pubblicità sembra essere prevista con messaggi in apertura del programma - da quello che si può capire non dovrebbero esserci dei gran break pubblicitari all'interno del programma... e come detto, l'adv è vista come fonte aggiuntiva di revenue, più che come business principale.

Ma soprattutto, la profilazione...
Come da tempo ipotizzato, è chiaro che Sky può sapere esattamente, per ognuno di noi, cosa guardiamo, cosa ci piace e cosa non ci piace. Raccogliere dati. Profilarci, imparare a conoscerci e a capirci. E proporci della pubblicità ad hoc, su misura. Offrendo quindi agli inserzionisti non dei target ma un approccio pubblicitario quasi one to one o almeno una segmentazione molto più mirata.

Premesso che quelli di Sky si sono subito cautelati di spiegare che per fare questo vengono chiesti permessi all'utente, non sembra essere un progetto, questo della vendita di adv sulla base della profilazione, che verrà reso disponibile - quantomeno non a breve.

Certo che, almeno in teoria, potrebbe essere molto interessante per gli inserzionisti... per ridurre le dispersioni e rendere più economicamente efficiente il proprio piano media, andando a proporre lo spot giusto alla persona giusta, massimizzando la probabilità di parlare a persone cui il nostro messaggio potrebbe davvero interessare, piuttosto che sparare nel mucchio di una pianificazione socio/demo...;-)

 E il social? E la raccomandazione?
A parte il fatto che Sky si sta muovendo con un certo impegno a integrare il social con la TV (a me è piaciuta anche la sperimentazione fatta con l'app per iPad di X-Factor, organizzando in modo strutturato la visione sui due schermi in diretta, provando a dare un valore aggiunto e controllando un po' un fenomeno spontaneo... ma ci sta)... sarà interessante vedere come il social potrà entrare nei meccanismi di raccomandazione.

Sembra di capire che prima o poi vedremo un "recommendation engine" - ovvero la TV che ci suggerirà, basandosi sui nostri gusti e consumi, cosa potrebbe piacerci.
Ma anche, almeno a livello teorico, la possibilità di avere raccomandazioni sulla base dei consumi dei nostri amici, nel più classico dei modelli, da Amazon a TripAdvisor...

Cosa non mi è piaciuto?
Adesso lo testo, poi vi dico. Di pancia non mi è piaciuta tanto la scelta di offrire un device di connettività WiFi così costoso per chi non può connettere il decoder alla rete con un cavo (come nel mio caso).

Va detto che poi uno è libero di usare quello che gli pare, e che ci sono soluzioni molto meno costose dei 99 euro del kit che loro propongono e vendono. 

Capisco anche che non abbiano voluto ficcarsi in un ginepraio, suggerendo soluzioni non testate etc... prendendosi il mal di pancia di lamentele su prodotti che non sono loro... io comunque ieri sera su Amazon (dopo aver duramente tentato di far funzionare postotipi tecno wifi che avevo in cantina) ho acquistato una soluzione alternativa a una ventinata di euro. 

Tra un paio di giorni arriva, poi magari vi dico come va... (da quel che ho letto in giro, dovrebbe funzionare.... ma per favore, non entriamo in discussioni tecnologiche/applicative su questo blog, che non è il posto giusto)

Nota: lo so che la trattazione non è esaustiva e non vuole esserlo. A me interessa riflettere su alcuni aspetti di comunicazione e media digitale. Per analisi critiche su come funziona, tecnologie, etc etc.... moltissimi altri blog e forum sono a disposizione. A ognuno il suo mestiere e il suo focus editoriale... ;-)





Farsi una community: sicuri sia una buona idea?



Costruire attorno al proprio prodotto, alla propria marca, una community di utenti:  è una delle modalità innovative che il mondo del digitale prima e del Social poi ha portato nell’arsenale delle aziende marketing-oriented.


Uno degli aspetti su cui ragionare è però la modalità in cui si vuole costruire questa community e “dove”; ad esempio se si intende sfruttare il potenziale dei  (e aggregare una community su Facebook) o se si vuole cercare di costruirsene una in un “Walled Garden”, in uno spazio proprio, esclusivo, fuori dai circuiti dei Social.
Ma è possibile, vale la pena, è facile o raccomandabile costruirsi una community ad hoc, invece che cercare di aggregarla su Facebook?
Ne parlo nel mio più recente articolo per TechEconomy, che potete leggere qui: http://www.techeconomy.it/2012/06/26/farsi-una-propria-community/

lunedì, luglio 02, 2012

Formazione in Azienda: interessa farla ad hoc?


Ogni tanto (raramente, in effetti) mi concedo il lusso di un post auto promozionale. Come in questo caso.

Come immagino sappiate, la formazione è un elemento importante per migliorare il business di un'azienda, per far capire come si fa e come "funziona" il digitale, Internet, il mondo del Social.

Come organizzarsi, come pensare in modo strategico, quali obiettivi darsi.

Una soluzione efficiente, ma cui non sempre si pensa, è quella di organizzare dei corsi di formazione ad hoc in azienda. Una delle attività di formazione che preferisco e che mi da' più soddisfazione.

In modo da mettere a punto un programma perfettamente aderente alla realtà e alle necessità dell'azienda. In modo da poter fare degli incontri dove si possono calare le teorie e gli insegnamenti sulla specificità dei prodotti e delle marche.

Per parlare di web, di social... per coinvolgere il management e portare in azienda cultura e comprensione. Per trovare soluzioni concrete e non solo della gran teoria che poi non si capisce come applicare. 

Con una forte attenzione agli aspetti di messa in pratica. Con corsi in house personalizzati e  dei costi pro capite interessanti.

Se la cosa vi interessa... contattatemi.  Vogliamo provare a parlarne?

Dati Audiweb di Maggio: Internet in Italia pian piano sale. Ma cala il tempo speso

Dati e statistiche: maneggiare con cura.
Ecco i nuovi dati sulla diffusione dell'online in Italia: dati di audience Audiweb del mese di Maggio 2012, visti con lo sguardo del Digital Planner ;-) il solito e consueto aggiornamento mensile, con qualche commento e un po' di prospettiva storica - con una serie storica dei dati sull’anno che non trovate facilmente altrove ;-). 

Quanti siamo online a Maggio 2012?
Si riarresta la crescita di Internet, dopo lo scatto d’orgoglio di Aprile. Sono 28 milioni gli Italiani (pari al 51,2% della popolazione nazionale dai due anni in su) che si sono collegati da PC nel mese di Maggio 2012 (almeno una volta), il +5,1% in un anno. Per confronto, ad Aprile eravamo 28,6 - a Marzo 2012 l'audience online era di 27.7 milioni, esattamente come a Febbraio e a Gennaio. 

A Dicembre 2011 eravamo 27,2. A Novembre eravamo 27  contro i 27.3 di Ottobre (se poi volete farvi delle storiche più arretrate, fate un search su questo blog per “Audiweb” così recuperate i post precedenti e vi fate rapidamente una serie). 

Quanti italiani trovo online nel giorno medio? 
Qui invece la crescita, o meglio il recupero c’è. L’audience online nel giorno medio è di 14,2 milioni di utenti. Cresce del 8,1% sull'anno. Contro i 13,8 di Aprile; a Marzo 13,7, a Febbraio 13,8. 

Quanto si sta online, ogni giorno? 
Ridiscende invece un pochino la permanenza giornaliera in rete: 1 ora e 19 minuti, contro 1 ora e 21’ a Aprile, Marzo 1 ora e 18’. Non si riesce proprio a recuperare il livello di Febbraio,  1 ora e 26 minuti . A Dicembre (vacanze, Natale…) era 1 ora e 18 minuti, contro Novembre che valeva 1h 23’… però a  Marzo 2011 era 1 h 24' al giorno, 1h 37’ a Febbraio 2011, a Gennaio 2011 era 1h 40’. Qui il trend storico è dunque proprio di calo…  

Quante pagine si vedono? 
Anche qui si cala: a Maggio “solo” 140 pagine viste a persona; ad Aprile, così come a Marzo 2012, erano 147, rispetto alle 166 di Febbraio, le 165 di Gennaio, mentre a Dicembre 152.

Su scala più lunga anche qui c’è da recuperare: a Novembre 2011 dove si sono visitate 160 pagine per persona…rispetto alle 171 di Settembre e le 201 di Gennaio 2011.

Di qui in poi sostanzialmente copio e incollo il resto della press release:

La popolazione online nel giorno medio è rappresentata principalmente dai 35-54enni (6,7 milioni di individui nel giorno medio), seguiti dagli over 55 e dai 25-34enni. I giovani tra i 18 e i 24 anni, il 9,6% degli utenti attivi nel giorno medio,  trascorrono in media più tempo online, con 1 ora e  33 minuti e 179 pagine viste in media per persona.

Il 55% della popolazione online nel mese è rappresentato da uomini, 7,8 milioni, principalmente tra i 35 e i 54 anni (il 45,9% degli uomini online), a seguire, dagli over 55 (il 18,9% degli uomini online) e dai 25-34enni (il 18,4% dei casi).

Le donne online a maggio sono 6,4 milioni, il 10,4% in più in un anno. Anche in questo caso, le donne online hanno principalmente tra i 35 e i 54 anni (il 49,3% dei casi) e tra i 25-34 anni (il 21,8% dei casi).

Analizzando in dettaglio i dati sulla provenienza geografica della popolazione online nel giorno medio, il 30,5% dei casi è rappresentato da utenti dell’area Sud e Isole (4,3 milioni), il 29,6% dell’area Nord Ovest (4,2 milioni), il 17,2% del Centro (2,4 milioni) e il 15,9% dell’area Nord Est (2,3 milioni).

Osservando i dati sull’uso del mezzo nelle diverse fasce orarie del giorno medio, emerge un’attività rilevante durante tutta la giornata. In particolare, a partire dalla fascia oraria tra le 9 e le 12 si registrano 5,9 milioni di utenti online, con il picco di 7,2 milioni di utenti online tra le 18 e le 21e la chiusura con 5,7 milioni di utenti tra le 21 e la mezzanotte. 

Per i grafici, potete scaricarvi la press release di Audiweb che trovate qui: http://www.audiweb.it/cms/attach/audiweb_cs_280612.pdf





Dato che pregano di citare, io cito:


Le sintesi dei report sono disponibili sul sito www.audiweb.it per tutti gli utenti registrati e in forma completa per tutti gli abbonati attraverso le principali aziende di elaborazione dati per la pianificazione pubblicitaria.


*Audiweb Database presenta la stima dell’utilizzo effettivo di internet da parte degli Italiani dai 2 anni in su, che si sono collegati almeno una volta attraverso un computer da casa, ufficio o altri luoghi. 
Audiweb Database contiene i dati quotidiani di navigazione sui siti degli editori iscritti ad Audiweb. 


Legenda 
Utenti attivi nel giorno medio (Reach Daily) = fruitori per almeno un secondo del mezzo (Brand/Channel) nel giorno medio del periodo selezionato. 
Utenti attivi (Reach) = fruitori per almeno un secondo del mezzo nell’intero periodo di durata della rilevazione.
Connessi: individui che hanno accesso potenziale a Internet. 


Si prega di citare nella diffusione dei dati Audiweb elementi tecnici quali: la fonte, il nome del report, l’universo di riferimento e le date di rilevazione.