lunedì, giugno 25, 2007

Knife power

Il Marketing sta anche, moltissimo, nel design del prodotto.

Ci sono prodotti che non hanno bisogno di spiegazioni, di promozioni... basta un occhiata ed è già tutto detto e fatto.

Ecco alcuni esempi che mi sono molto piaciuti. Chapeau.


Vodoo Knife Display - Ready Steady Chop














Forever Young Lego Jewellery By Jacqueline Sanchez,






Godzilla Lamp










Buddha Light
I Cosmetici Pepsi Cola

Ritornando alla Pepsi al cetriolo... quando penso al cetriolo mi viene alla mente la classica immagine della signora o signorina con sue fette di cetriolo sugli occhi, a scopo cosmetico.

Analogo ragionamento debbono averlo fatto i manager della multinazionale dell'imbottigliamento (mio ex-cliente...), dato che Pepsi ha deciso di entrare nel mercato dei prodotti cosmetici...

Si tratta di uno degli infiniti slanci verso un allargamento di gamma per incrementare un proprio business plafonato (probaiblmente) nella categoria "originale". E' una diversificazione o meglio una estensione (molto estesa) dato che il ragionamento strategico è stato...

Dalla Pepsi ---> all'acqua minerale ---> ai prodotti cosmetici basati sull'acqua minerale

Il prodotto si chiamerà Aquafina Advanced Hydratation - una linea di trattamenti per il viso basati sull'omonima acqua minerale prodotta da Pepsi. I prezzi: popolari, tra i 3 e i 15 Euro.
Lancio (USA) in agosto.

Secondo Brandweek il budget per il lancio sarà di 1 milione di dollari (mi sembrano pochissimi) in stampa, oltre a varie sponsorizzazioni culturali.

Quando si parla di Pepsi, impossibile non pensare a Coke.. che è anche lei attiva nel settore della bellezza; sta infatti lavorando (in collaborazione con l'Oreal) al lancio di Lumaé, una bevanda con proprietà cosmetiche (lancio previsto: 2008)

sabato, giugno 23, 2007

Che Guevara ™

Un brand rivoluzionario... per un succhino di frutta. Ulteriore dimostrazione che conta più il brand, e i valori ad esso associati, da esso evocati, che il prodotto.

Alzino la mano tutti quelli che ritengono interessante il lancio di un nuovo succo di frutta, in sapori più o meno normali come mora, fragola etc.

Nessuno? Scatta una ondata massiccia di "chissenefrega effect"?

OK, riproviamo aggiungendo un ingrediente. E se a lanciare questa iniziativa, se il padrone della fabbrica è un tal Emir Kusturica, il famoso regista cinematografico Serbo, persona di spicco nel panorama culturale mondiale?

Per poi evitare di cadere nella trappola del "Borrowed Interest", ovvero che il prodotto ha l'unico interesse di essere ideato da un personaggio famoso (si vedano i condimenti per insalate di Paul Newman), possiamo aggiungere un elemento ulteriore.

Il branding dei succhini è dedicato a personaggi famosi e rivoluzionari.
Però... il succo "Che Guevara", è un omaggio all'icona terzomondista o è una maniera di appropriarsi dei valori del personaggio per trasferirli (gratuitamente) sul prodotto?

La linea di prodotti dedicati a leader rivoluzionari continua con "Fidel Castro", "Tito", "Kusturica" (si autodedica la fragola), "Diego Armando Maradona" (nella mia ignoranza non sapevo si trattasse di un leader rivoluzionario, pensavo fosse un grande calciatore un po' troppo affezionato alla coca), "Saddam Hussein"...

Come dire, pur stimando molto il regista mi perplimo, non tanto sul fronte del marketing quanto sul fronte dell'eticità dell'operazione...

btw, non si vede bene la correlazione / sinergia tra prodotto e "testimonial" - non credo proprio che il Che fosse un gran consumatore di succhi alla fragola...

(lo so che la notizia non è freschissima, ne aveva già parlato anche Repubblica a Marzo - ma nel mondo giornalistico quando si arriva tardi si dice che non si fa cronaca ma approfonsimento...;-)
*Autopromozione* - last chance per il corso Low Budget

Formazione: Corso di Comunicazione Low Budget
A Milano, 26 e 27 Giugno, organizzato da LRA.
Vedremo come pianificare una strategia di comunicazione efficace e redditizia con risorse economiche limitate, quali strumenti di Marketing e comunicazione utilizzare se si dispone di budget contenuti, conoscere i mezzi della comunicazione "a basso costo" e le nuove possibilità offerte dai media digitali... Per informazioni e iscrizioni, cliccate qui
Yoga ®

Cosa si può brevettare e cosa no?

La domanda ha pesantissime implicazioni sulla nostra libertà, tanto per dirne una, e su mille altri aspetti della nostra vita.

Ad esempio è giusto brevettare una forma di vita o un batterio mutante? eccetera eccetera... ma non fatemi parlare senno' devo aprire un altro blog a parte sulle questioni etiche...

Stando secchi sul marketing, si può brevettare la ruota? ;-) no, vero... E si può brevettare qualcosa che milioni di persone hanno praticato e insegnato per migliaia di anni?

Negli ultimi tempi sono stati richiesti all'ufficio brevetti statunitense oltre 150 copyright e 2300 marche registrate riferentesi allo Yoga e alle sue asana (posizioni)

Vergogna, vergogna... se si può fare così, allora io mi brevetto l'Ave Maria e il Padre Nostro :-(

Il Ministero della Sanità Indiano ha sporto una lamentela all'ufficio dei brevetti, asserendo che si tratta di sapienza popolare e tradizionale, quindi non brevettabile e sta prendendo apposite contromisure

E' chiaro che gli interessi in gioco sono molto forti, data la crescente popolarità dello Yoga (e di tutta un'altra serie di altre discipline di crescita personale) nel mondo occidentale.

Al di là della notizia (vecchia) la riflessione interessante è sulle opportunità di identificare nomi / valori / aree fortemente radicate nell'immaginario collettivo e trasformarle/incorporarle nella nostra marca.

Ma, allo stesso tempo, darsi dei limiti - sia dal punto di vista etico, sia dal punto di vista dell'effetto boomerang, che se la facciamo troppo sporca c'è il rischio che ci scoppi in faccia.

Anche nel marketing, tutto sommato, vale la legge del Karma - niente è legato al caso, ma tutto quello che ci capita è conseguenza di nostre azioni precedenti. Insomma, chi la fa (troppo sporca) l'aspetti (dal mercato) ;-)

Si veda anche, sullo stesso tema, più o meno, il mio post successivo...

Ah, a proposito di comunicazione e Yoga - senza nessun motivo particolare mi viene in mente di segnalare l'ottimo Gianni Lombardi, esperto copywriter - e specialmente conoscitore del mondo del marketing diretto - che da tempo ha aggiunto alle sue attività l'insegnamento dello yoga. Insomma, c'è vita oltre al marketting ;-) si possono coniugare un lavoro materiale e uno più spirituale.

Interessante questa sua intervista.

venerdì, giugno 22, 2007

Ancora Marketing Filatelico

Le Poste Spagnole (Correos) hanno creato un servizio, chiamato Tu Sello, che permette agli utenti di realizzare dei francobolli personalizzati.

Unici limiti: tiratura massima 3000 esemplari, minima 25, non si possono mettere volti.

Costi: 1 euro per francobollo (per un valore nominale di 0.30 €).

Il processo si gestisce online, in tre passi:
1) upload sul loro sito della immagine che intendiamo usare
2) disegnare il francobolli con i tools disponibili sul sito
3) pagare tramite PayPal o ePagado

I francobolli saranno quindi stampati dalla tipografia che realizza i normali francobolli e inviati... per posta ;-)

Target: collezionisti filatelici, aziende, operatori di Marketing diretto.

Pensierino: la maggior parte di noi riceve sempre meno posta cartacea, e quel tipo di posta sempre più si limita a missive noiose (estratti conto) o notizie sgradevoli (bollette) o messaggi banali di Direct Marketing che spesso finiscono direttamente nel cestino.

L'uso di francobolli quindi deve rientrare in un progetto di marketing un pochino più sofisticato della semplice affrancatura di un messaggio con un francobollo riportante il nostro logo...

Personalmente vedo un business potenziale niente male per il pubblico generale, consumer: l'avessi scoperto prima, sicuramente avrei regalato alla mia signora una tiratura di francobolli esclusivi per il nostro anniversario... e se non traslocassimo in Italia li avrei fatti realizzare per il suo compleanno o per S.Valentino...

(vi ricordo i miei post precedenti sul tema marketing e francobolli...uno e due)



Buona Estate a tutti!

giovedì, giugno 21, 2007

Cambierei il nome al mio paese, per una questione di Brand.


Domanda a bruciapelo: quanti di voi conoscono un'acqua che si chiama Perrier? OK, quasi il 100%.

E come si chiama il paese da dove viene la Perrier? Silenzio imbarazzato.

Si capisce allora l'iniziativa del paese di Vergéze, paesino francese nel dipartimento del Gard, per cambiare il nome topografico amministrativo del proprio centro. Insomma, cambiando il nome in Perrier.

Dato che nessuno conosce Vergéze ma tutti la Perrier, viene da pensare che una tale operazione potrebbe influenzare in modo considerevole le attività turistiche del centro a livello internazionale.

Di questo passo, potremmo pensare di ribattezzare "Amaretto" la cittadina di Saronno, o "Gorgonzola" la cittadina di Gorgonzola...

Il problema che devono affrontare i francesi è che il nome Perrier è da tempo proprietà di Nestlé, che produce la famosissima acqua in un enorme stabilimento. E Nestlè non sarebbe per nulla contenta di diluire ;-) il suo brand applicandolo ad una zona geografica (anche per ragioni che dopo vi spiego). Di conseguenza, vai di complicazioni legali...

Va detto che da molto tempo è in corso una battaglia tra i locali (Vergéze conta circa 3500 abitanti, quasi tutti dipendenti dell'impresa che imbottiglia l'acqua) e la Nestlè, battaglia che impedirebbe il raggiungimento di profitti significativi sul prodotto.

Tanto che si teme che la multinazionale svizzera possa un giorno abbandonare la sorgente originale per produrre molto più economicamente la Perrier in India o in Cina... (si veda questo articolo del Guardian) dato che già aveva cercato di aprire uno stabilimento per produrre la Perrier in Michigan...
L'immortalità dei pubblicitari

Se siete interessati agli sport americani, avrete sicuramente sentito parlare degli "Hall of Fame".

Sono luoghi reali (tipo musei) o virtuali (solo on line) dove ri rende omaggio ai personaggi che sono stati delle pietre miliari - entrare nella Hall of Fame significa avvicinarsi un pochino all'immortalità.

Scommetto però che non sapevate che esiste anche una Hall Of Fame della pubblicità o meglio dei pubblicitari.

Se siete curiosi di sapere quali sono i personaggi che secondo la AAF meritano di vivere per sempre nella nostra memoria, potete visitare il sito...cliccando qui

mercoledì, giugno 20, 2007

Sarà giunta l'ora di ripensare la pubblicità?

Secondo me l'ora è già giunta da tempo.

La pubblicità, ma specialmente le agenzie (molte, non tutte) e i clienti (molti) si sono avvitati su se' stessi.

E' ora di moderare i toni, di usare il buon senso, di ascoltare quello che diciamo e chiederci se "fa senso".

Ieri vedo passare un bus, dotato di affissione che proclama: "Un'esperienza straordinaria nella tua cucina". No, non è una passionale ****** sul tavolo, stile il postino suona sempre due volte.

E' una stupidissima macchina distributrice d'acqua. E quella sarebbe un'esperienza straordinaria? Mal che vada è un'esperienza comoda, massimo.

Analogamente ho visto mirabolanti superlativi.. per un chewing gum.
Ma dai, è solo una maledetta gomma da masticare, se siamo fortunati è divertente, è strana, ha un sapore o un pizzicore un po' particolare.. ma di cambiarci la vita, scordiamocelo.

Il problema è che parliamo troppo spesso al superlativo, facciamo di ogni formichina un peana, un'epopea omerica, un infinito di declamazioni. E la gente non ci casca più.

Diventando sorda all'iperbole pubblicitaria. Non filandosi più della pubblicità che tanto racconta tante baggianate.

Sono convinto che un spot che dicesse "questo è un buon prodotto. Niente di più e niente di meno" farebbe molto più impatto della solita compilation di buzzwords che non significano nulla.

In realtà, semplificando, possiamo dire esistono due classi di prodotti.

La prima - i prodotti che ci definiscono, quelli che hanno un forte impatto con le nostre emozioni. Una Ducati, un capo firmato, l'iPhone... quelle robe li' ;-).

Un prodotto che ci emoziona davvero puo' permettersi di parlare in modo forte e superlativo, rientra nella relazione persona / prodotto.

La seconda categoria è quella degli altri prodotti. Che fanno quello che devono fare, ci risolvono problemi. E basta. Con un basso coinvolgimento emotivo.

Li' usare un linguaggio da "ti cambia la vita" è decisamente controproducente. Molta parte dell'audience si sente presa per i fondelli o semplicemente stacca la spina.

Ovvio, tagliare tutto in 2 sole categorie è semplificare troppo, ma questo è per dare un'idea del mio pensiero in modo semplice e sintetico, da blog.

Ci sarebbe da parlare dell'umorismo come via d'uscita, sulla comunicazione intelligente e creativa (che purtroppo non la totalità del target capisce...) ma magari in un altro post...

Quello che è certo è che altri strumenti stanno oggi prendendo il posto della pubblicità (che non sparirà ma si ridimensionerà) nell'influenzare i consumi. Sicuramente l'interattivo/online... ma devo ammettere che anche il packeging e i materiali POP mi sembrano decisamente strumenti potenti...

Fermiamoci un minuto - per capire dove stiamo andando

Questo il tema del nuovo articolo su Apogeo (che potete leggere qui).

Sempre a capo chino, lavorare senza ragionare ne' su dove stiamo andando globalmente, ne' sul progetto - nella classica sindome "faccio 20 slide powerpoint fighissime... ma cos'è che volevo dire?"

"Iniziative da prendere per evitare di farci travolgere, certamente ne esistono. Alcune semplicissime, come quella lanciata dalla World Spiritual University Brahma Kumaris: fermarsi un minuto. Ogni ora. E dedicarlo a ricentrarci. A rilassarci un minimo, a farci una coccola emotiva.

E anche dietro a questa idea c’è, ovviamente, una tecnologia ed un sito. Il sito Just-a-minute.com (o la sua versione ibero-americana, solo un minuto) propongono al mondo proprio questo. Fermarsi un minuto ogni ora e passarlo in meditazione.

Per rifare il punto su cosa stiamo facendo della nostra vita, o più semplicemente per calmare la mente e ritrovarci con noi stessi. E sui siti, per semplificare il compito, sono proposte un buon numero di semplici meditazioni guidate, proprio da un minuto."

martedì, giugno 19, 2007

Online una nuova puntata del corso di e-marketing

Disponibile online la nuova puntata del mio corso quindicinale di marketing online per il portale EuroPMI.

Questa volta parliamo di newsletter, con un articolo in due parti. Una newsletter da distribuire al proprio mercato può essere un ottimo strumento per sviluppare il proprio business e fidelizzare i clienti.

In questo primo articolo diamo le prime sei, semplici, regole per scrivere una newsletter.

Potete leggere l'articolo cliccando qui...

Per ulteriori informazioni sulle mie attività di formazione, invece, cliccate qui...

lunedì, giugno 18, 2007

La T-Shirt Benefica del Dalai Lama

Si possono coniugare il marketing no-profit, la santità del Dalai Lama e il disegno umoristico?

Ceeerto che si', anche perche il Dalai Lama è un tipo che ride molto.

La T-shirt solidale è stata disegnata da Kukuxumusu - un gruppo di disegnatori che ha in Spagna un grande successo con i propri disegni di mucche (e altro) riportati ubiquamente su T-shirt in vendita ovunque e altri materiali.

Btw, Kukuxumusu significa "il bacio di una pulce" in Basco (bah...).

A questo disegno, il Dalai Lama ha aggiunto una propria frase: "Abbiamo bisogno di un vero senso della responsabilità e di un sincero interesse per il benessere degli altri". In Italiano non suona molto impressionante ma è un vero compendio della filosofia buddista...

Il ricavato delle vendite andrà ad aiutare i numerosi profughi tibetani residenti in India, rifugiati dalla spietata occupazione cinese del Tibet - paese in cui è in corso una silenziosa pulizia etnica dei tibetani.

Quella del Tibet, così come quella del Darfur sono due delle ottime ragioni per cui da più parti si sta sostenendo un progetto di boicottaggio dei Giochi Olimpici di Pechino... ma di questo parleremo un altra volta...
Un concorrente in meno per iTunes...

Sony molla il colpo e chiude il proprio e-store musicale.

Dopo aver provato a far concorrenza a iTunes con il proprio servizio Connect, adesso lasciano perdere, mantengono attivo solo il servizio legato agli eBooks (senza il quale il loro libro elettronico Sony Reader andrebbe a rotoli, probabilmente) e spostano le risorse umane ed economiche alla divisione PlayStation.

Sembra proprio che far concorrenza ad Apple nel campo della musica sia dannatamente difficile.

Da fan della mela, sogno (da decenni) un futuro in cui sia cosi' anche nel settore dei PC...

(vedi anche: http://techdigest.tv/2007/06/sony_to_close_i.html)

domenica, giugno 17, 2007

Il Gelato e l'eco-Marketing

Con tutto questo gran parlare di riscaldamento globale, di cambio climatico etc etc, inevitabile che gli addetti al marketing sfruttino questo tema e cavalchino questo cavallo, a prescindere dal fatto che l'azienda ci creda o meno.

Si sa, un buon pretesto è un buon pretesto, basta che la gente se la beva.

La maggior parte della popolazione è ecologista solo a parole (provate un po' a dire alla "gente" di non usare la macchina, di tenere più basso riscaldamento e condizionatore, di spendere di più in cambio di prodotti più ecologici, ignorando le tentatrici offerte made in china... paese che inquina orrendamente il pianeta).

La popolazione è spesso ecologista a parole e senza conoscenza - le complessità dell'impatto ecologico dei prodotti sfuggono completamente alla massa, che come sappiamo ha bisogno di concetti semplici, di grida di battaglia poco complesse - tipo "L'idrogeno è buono!" (già, ma come si produce l'idrogeno... se non distillando il petrolio...?)

Sia come sia, una delle soluzioni più facili per promuovere la propria produzione come "ecologica" è quella di "mettere a zero" le emissioni di CO2 - il che non vuol dire necessariamente modificare i propri processi produttivi per renderli meno inquinanti, ma dare dei soldi ad una qualche organizzazione che pianta alberi (o attività similari) - con l'idea che il bene fatto bilancia il male arrecato dall'azienda.

Assolutamente da segnalare in questo campo il progetto Impatto Zero di LifeGate.

Insomma, sempre più aziende si appiccicano l'etichetta di ecologica pagando (meglio così di niente, comunque...).

Altre aziende sembrano un po' più serie, hanno una storia di impegno che contribuisce a definirne anche il brand. Ad esempio Ben & Jerry.

La nota azienda gelatiera Ben & Jerry (una volta una simpatica, alternativa, hyppie-impresa individuale, oggi proprietà di Unilever) ha creato il primo gelato climaticamente neutro - logico che un'impresa di gelati non voglia che la Terra si sciolga... (anche se l'aumento della temperatura media aiuterebbe il business del gelato).

La mossa è asslutamente in linea con la storia dell'impresa, che ha sempre collaborato con ONG, col WWF etc...

La neutralizzazione è stata affidata a Hier, un gruppo di 38 ONG olandesi, dietro compenso di 2,4 milioni di Euro per i prossimi 5 anni

Altro aspetto degno di lode è l'iniziativa per far capire al pubblico i temi ambientali, con la messa online del sito http://www.climatechangecollege.org/

giovedì, giugno 14, 2007

Arriva la Pepsi al Cetriolo

Che ci crediate o no, è vero: il nuovo sapore estivo della Pepsi sarà il cetriolo... ovviamente solo in Giappone, paese che ha dei gusti alquanto diversi dai nostri.

La Pepsi Ice Cucumber è stata lanciata l'altro ieri ed è ancora presto per avere dei significativi feedback sull'accettazione del mercato.

Per non sbagliare, è stato annunciato che il prodotto sarà una versione speciale, con durata limitata nel tempo ( a meno che, ovviamente, il prodotto non abbia successo...)
Guai per il logo Olimpico Inglese

A cinque anni dalle Olimpiadi di Londra, il nuovissimo logo olimpico sta già dando dei grattacapi non da poco.

Presentato il 5 Giugno ha già suscitato numerose polemiche. Citando la BBC, c'è chi ci ha visto un cammello, chi uno scimpanzè, chi un assoluto casino.

E' sicuramente inconsueto, differente dalle tipiche proposte cui ci ha abituato l'iconografia olimpica, come quello cinese, per esempio.

E' spigoloso, duro, frammentato.

E, a mio modestissimo avviso, è proprio brutto. 

A quanto pare molti inglesi non condividono il logo disegnato da Wolf Ollins, sono partite petizioni popolari, la BBC pubblica sul suo sito numerose proposte alternative dei lettori, politici hanno chiesto di cambiarlo.

E qualcuno inizia a pensare, probabilmente anche a livello di Comitato Olimpico locale, che siano state 700,000 sterline spese un po' male - tanto che una dichiarazione ufficiale rivela che il logo è flessibile e che potrà evolvere nei prossimi 5 anni...

La casa di scommesse William Hill, poi, da 10 a 1 che il logo sarà rimpiazzato entro fine anno.

Ciliegina sulla torta, un video animato che promozionava il nuovo logo è stato ritirato, dopo aver provocato crisi epilettiche ad alcuni telespettatori...

mercoledì, giugno 13, 2007

E adesso, che ce ne facciamo di Harry Potter?

A giorni esce l'ultimo libro di Harry Potter. Fine del torrente di soldi che arriva di lì.

Tra un po' arriva il nuovo (quinto) film... che potrebbe essere l'ultimo (anche perchè gli attori invecchiano e non si può pensare di presentare un Harry Potter liceale impersonato da un attore di oltre 30 anni o giù di lì...;-)

Prevedibile quindi che, con la chiusura della saga e la fine delle fonti principali di revenue, si assisterà ad una esplosione di forme di declinazione, versioning e sfruttamento del concetto HP.

Tanto per cominciare, nel 2009 apre il parco tematico di Harry Potter, un parco nel parco, realizzato all'interno del parco Universal a Orlando, Florida.
Apple lancia un altro software per Windows - il (veloce) browser Safari

Apple ha reso disponibile la versione beta del suo browser Safari - rendendolo disponibile anche per Windows.

Si aggiunge quindi un'altra possibilità per sfuggire all'orrido Explorer, prodotto che ho abbandonato da anni sia su Mac che su Win e  che, per quanto continuo a vedere, è rimasta la soluzione peggiore per navigare in rete, vista la disponibilità di almeno altre tre o quattro soluzioni migliori.

Sto provando la beta di Safari (su Mac, su win l'installo più tardi): impressionante l'aumento di velocità nel aprire le pagine. Decisamente migliorata la compatibilità con siti con applicazioni "strane" come ad esempio blogger...anche se qualche bachetto mi sa che c'è, ma per ora nulla di serio.

Se va avanti così, dato anche che si lancia velocissimamente, credo che ridurrò sensibilmente la mia quota di uso dell'altro mio browser ufficiale (Flock - una versione di Firefox, che amo molto per caricare le mie foto su Flikr).

Per curiosità, ecco la statistica (dell'ultimo mese) dei lettori del mio blog divisi per browser.
I visitatori che usano Explorer sono "solo" il 56%
Firefox 37%
Safari 3,7%
Opera 1%
Mozilla 0.9%
(non fa cento perchè non ho voglia di star li' coi decimali)

Comparandolo con un annetto fa, Explorer ha perso tra i miei lettori oltre 7 punti percentuali.

Non è comunque il primo software di Apple per la piattaforma Windows: basti pensare ad un certo iTunes... 

Il lancio di Safari 3 ha poi anche a che vedere con il prossimo lancio dell'iPhone - su cui girerà una versione apposita di questo browser per l'internet mobile.

martedì, giugno 12, 2007

E se il futuro di Internet fosse...

...nell'integrazione tra hardware e webware?

Esiste un certo numero di siti web che sono ormai delle killer app, che sono dei punti di riferimento, dei componenti fondamentali della nostra vita.

Il problema di questi siti web è che sono... siti web e quindi non fruibili, non integrabili nella nostra vita in un gran numero di occasioni.

Certo, certo, l'internet mobile... ma non è proprio il massimo andare in giro con lo sguardo fissato allo schermo del PDA o mettersi a trafficare con il telefonino web-enabled al matrimonio del cugino.

Interessante dunque il concetto di sviluppare hardware ad hoc per funzionare (solo) in connessione con uno specifico sito, diventando un nuovo tipo di interfaccia - area di mercato in cui si muove l'azienda americana Ambient.

Ottimo esempio di interfaccia ambientale: per un sito di previsioni metereologiche come AccuWeather.com, cosa di meglio che permettere l'accesso alle informazioni del sito attraverso... un ombrello?

In attesa che l'ombrello-internet-GPS Pileus diventi un prodotto mass market, possiamo già oggi acquistare a soli 125 $ l'Ambient Umbrella, un pratico gadet che si collega col sito e ci comunica le probabilità di pioggia facendo lampeggiare una luce posta nel manico (l'idea del prodotto è che l'ombrello venga lasciato in un portaombrelli ben in vista vicino alla porta di casa, così se vedete il manico lampeggiare vi ricordate di prenderlo dietro...).

Ovvio che sotto la pioggia l'ombrello metereologico si potrebbe benissimo definire wetware...

Su questa falsariga potremo pensare a nuovi gadget - o hardware dedicati per tradurci le informazioni contenute in un sito in messaggi semplici ed intuitivi, che non richiedano un browsing o una lettura, ma segnali più semplici - come nel caso di apparati che ci comunichino con un sistema di luci colorate codificate l'andamento dei nostri titoli in borsa, la vicinanza di amici (informazione utile per andarli a cercare o per evitarli, se siamo in giro con l'amante), il tempo d'attesa del bus alla fermata...

Ad oggi si tratta di sviluppatori che creano prodotti appoggiandosi a siti esistenti, un domani si potrebbero vedere aziende con attività ab initio integrate tra sito web e device ad hoc - in una logica di servizio, marketing e ergonomia ferreamente blindata...

lunedì, giugno 11, 2007

More Marketing filatelico cinematografico

Dato che sono di fretta e sto preparando una vinaigrette coi pomodorini spadellati che richiede la mia attenzione, mi limito ad un copia e incolla di un vecchio comunicato ANSA

TESTO TRASMESSO DA ANSA (21-12-05)

CINEMA: LA PUBBLICITA' DI 'NARNIA' ARRIVA SUI FRANCOBOLLI

(ANSA) - ROMA, 21 dic - Dopo "Il signore degli anelli" e "King Kong", anche il film "le cronache di Narnia" diventa francobollo. Ormai le grandi produzioni cinematografiche diventano sistematicamente soggetto di valori postali: e non da parte di isolette tropicali specializzate in improbabili emissioni filateliche, ma da parte di paesi postalmente serissimi.

Cosi' ben due amministrazioni postali hanno dedicato in questi giorni francobolli a Narnia: l'Austria, con un pezzo da 55 centesimi che riproduce tout court la locandina del film della Disney, e la Nuova Zelanda, con ben cinque francobolli con scene del film stesso. A segnalare le emissioni e' stato il sito filatelico specializzato "vaccari news". (ANSA)
Ancora marketing cinematografico-filatelico

Dopo il francobollo americano per Star Wars, arriva il 17 Luglio il francobollo inglese a celebrare Harry Potter (di cui sapremo a giorni se vive o muore alla fine della saga).

L'emissione è frutto di un accordo tra la Royal Mail, Warner Bros e la casa editrice Bloomsbury ed è ovviamente uno dei tanti strumenti di marketing a supporto del settimo e ultimo libro del ciclo - in uscita il 21 Luglio.

Da notare comunque che gli inglesi si sono fatti battere sul tempo dai francesi, che hanno emesso una serie in omaggio al mago adolescente già da qualche mese.

In una classica mossa di marketing ad effetto, l'autrice dei libri ha da tempo annunciato che in questa puntata ben due dei principali protagonisti moriranno...

Uno dei più grandi bookmaker inglesi, William Hill, ha tra l'altro chiuso le scommesse sulla morte o meno dell'eroe della serie, apparentemente in quanto ormai certo che il giovane Harry non ce la farà.

Ecco le ultime quotazioni:

In the "which rotter will pot Potter?" stakes, Lord Voldemort is the favourite at 2-1, Severus Snape is 5-2, Draco Malfoy, Ron Weasley and Potter himself are 6-1 with Neville Longbottom at 12-1.

L'uso dei francobolli in pubblicità non è comunque una novità - già dagli inizi del XX secolo si sono visti francobolli a supporto di marche famose - anche in Italia tra il 1923 e il 1925...
Second Life si tinge di giallo

Piatto ricco mi ci ficco - e la Cina, con i suoi miliardi di abitanti è indubbiamente un mercato potenzialmente grosso per qualsiasi business, incluso quello dei mondi virtuali.

In effetti quello dei mondi paralleli deve essere un business ritenuto davvero interessante, tanto che sono ben 2 le iniziative in corso nel paese d'oriente.

Hipihi sta testando in beta un second life cinese.

Shanda Interactive Entertainment, il principale produttore di giochi digitali cinesi, sta dal canto suo, lavorando ad un proprio mondo virtuale - che pare però in fase molto più arretrata.

Appare probabile che in questi mondi sarà possibile fare "business", secondo una linea di introduzione controllata del capitalismo anche nella Cina virtuale ;-)

Molto più certo l'assenza di sesso e scommesse nei mondi virtuali. dato il ferreo controllo esercitato dallo stato.

Quanto alla libertà di espressione nel second life cinese... beh, credo che ce la possiamo proprio scordare.

PS: per chi crede nel nomen omen, ovvero che ogni nome contenga un destino, segnalo che il termine Shanda in yiddish (lingua peraltro alquanto lontano dal cinese) significa scandalo, imbarazzo...

venerdì, giugno 08, 2007

User generated content per l'online serial

Per attirare il target femminile - si sono detti probabilmente i markettari di Suave (marca di Unilever che produce prodotti per la bellezza dei capelli, speficicamente formulati per le mamme) e quelli di Sprint (telecomunicazioni), niente di meglio di un bel serial televisivo.

Ma con due importanti differenze: uno, questa TV si vede online, due il content è basato sull'input del target.

Ed ecco che nasce "In the Motherhood"

Questa serie di brand entertainment (articolata su 5 puntate) è stata voluta per mirare in modo specifico al target "mamme" ed è stata impostata ricorrendo a esperti sceneggiatori di Hollywood - i quali attingono da input, storie, suggerimenti che le madri postano sul sito.

In seguito, tramite votazione popolare si scelgono gli spunti interessanti su cui lavorano gli sceneggiatori.

Il trailer del programma è già stato visto oltre un milione di volte ed i sito sta lavorando alacremente per costruire un effetto community "solido"
La lampadina presto fuorilegge?


Sì, la tradizionale lampadina potrebbe essere proibita in molte nazioni, per essere sostituita da sistemi più efficienti ed ecologici.

Per saperne di più leggete il mio pezzo su Apogeo
Scusate il rallentamento...

Il blog in questi giorni si è un po' fermato, causa viaggi per preparare il rientro in Italia.
Da oggi (e per un po' di giorni) dovrebbe riprendere il suo ritmo normale...;-)

martedì, giugno 05, 2007

L'iPod diventa una dotazione ufficiale dei funzionari di Sua Maestà la Regina

Nel Regno Unito l'iPod è diventato uno strumento ufficiale in dotazione a funzionari pubblici – e non stiamo parlando di versioni modificate del lettore MP3 messe a punto dall'indimenticabile Q per gli archetipici agenti segreti dal doppio zero.

Il governo di Sua Maestà ha infatti ritenuto che il vendutissimo prodotto Aple, nella sua versione video, fosse un perfetto equipaggiamento per migliorare la capacità di gestione di 20 alti funzionari.

In questo progetto pilota si intende studiare come l'uso di strumenti audiovisuali portatili possa migliorare la flessibilità e l'efficienza dei funzionari – immagazzinando strumenti didattici ed educational sempre disponibili e consultabili dai funzionari, in una logica di evoluzione della formazione aziendale.

lunedì, giugno 04, 2007

Mars e la rabbia dei vegetariani

Nel mondo di oggi, le minoranze sono sempre meno minoranze, sempre più "rumorose" e sempre più attrezzate per farci dei casini grossi nel caso in cui si sentano defraudate / tradite / ingannate.

Il nostro marketing quindi si deve fare sempre più rispettoso e attento, dato che spesso gli errori delle aziende sono dovuti a stupidità e a disattenzione / ignoranza, più che a oscuri schemi machiavellici.

Sia come sia, la nota azienda Mars, produttrice delle omonime barette, di Snickers, Twix e Bounty (etc), si è trovata nei guai questa primavera, come conseguenza della decisione di cambiare la formulazione di molti propri prodotti, introducendo estratti di origine animale.

La nuova formulazione (se ho capito bene basata sull'uso di un enzima estratto dallo stomaco dei vitelli) ha causato fortissime polemiche negli UK. E subito è partito il classico boicottaggio da parte dei vegetariani.

Per altro l'azienda aveva anche cercato di fare le cose in modo trasparente, diffondendo appositi comunicati.

Beh, la cosa gli è abbastanza scoppiata in mano ed hanno scoperto che avrebbero fatto molto meglio ad essere un po' più attenti sul fronte delle ricerche di mercato... l'azienda ha infatti ricevuto molte migliaia di telefonate di protesta che hanno intasato i centralini.

Evidantemente i vegetariani tanto una minoranza non sono, allora...

Inoltre, i gruppi di pressione hanno elevato alte grida di protesta (giustificate dal concetto che pare un po' brutto ammazzare dei vitellini per produrre delle merendine che possono ed erano prodotte senza danni agli animali). E 40 parlamentari britannici hanno firmato una petizione di protesta.

(L'azienda avrebbe fatto meglio a pensarci su due volte, prima di fare questo cambio, da loro probabilmente considerato come una faccenda di formulazione, di prodotto, e non di marketing.. e avrebbero fatto meglio a lavorare più a stretto contatto con la loro agenzia di RP....)

Insomma, è venuto su un gran casino, con impatti negativi anche sui consumer normali.

Separando i fatti dalle opinioni, io per primo, a parte non amare troppo la tipologia di prodotto, provo un certo fastidio a pensare che una merendina al cioccolato sia fatta con parti di animali morti...

Se proprio devo mangiare un animale - cosa che non ho eccessivi problemi a fare, lo confesso, preferisco assumerlo sotto forma di arrosto, brasato o filetto... quella unica volta al mese ( o massimo due) in cui mangio carne, pollame, pesce o simili.

Insomma, da parte di Mars marcia indietro precipitosa, ritorno alla formulazione precedente, investimento costoso in pagine pubblicitarie e azioni di comunicazione per metterci una pezza, chiedere scusa e cercare di ritornare alla situazione precendente.

"It became very clear, very quickly, that we had made a mistake, for which I am sorry," ha ammesso Fiona Dawson, managing director della divisione UK degli snack di Mars...

Perccato che le centinaia di migliaia di prodotti a base animale già immessi sul mercato non si sa bene quando saranno totalmente smaltiti e cioè per quanti mesi conviveranno nei punti vendita (specialmente quelli piccoli) le due formulazioni del prodotto.

Motivo per il quale prosegue un silente boicottaggio da parte dei vegetariani verso questi prodotti, specialmente da parte di quelli presbiti che hanno difficoltà a leggere le etichette per capire se si stanno per mangiare una "vecchia" versione vegetale, una "nuovissima" versione vegetale o una intermedia versione animale.

L'azienda ha rilasciato una lista di prodotti e di date di scadenza che aiutano i consumatori a capire se una specifica barretta è del tipo animale o meno... ma andare a far shopping per una merendina con una lista di controllo non mi sembra un comportamento molto probabile, da parte del consumatore...

(ah, tra l'altro... lo sapevate che molte birre - come la Guinness, solo per citarne una - contengono ingredienti di origine animale? Meglio che forse non lo dica alla mia signora, vegetariana di ferro ma che ai suoi tempo si è fatta più di una pinta della scura di Dublino...

Articoli di approfondimento:
The Guardian
Marketingweek
Brandforensics
Inthenews

domenica, giugno 03, 2007

Corso online di e-marketing per le PMI

Nella nuova puntata del corso; questa volta parliamo di Landing Page, perchè non sempre si parte dalla Home Page…ma si arriva sulla Landing Page

Uno degli equivoci più pericolosi in cui si può cadere, nel progettare il proprio sito, è pensare che tutti i nostri visitatori entreranno sempre e comunque dalla Home Page...

(il resto dell'articolo, lo leggete qui)
Questa settimana su Apogeo parliamo di microbi e motori

Metti un microbo nel motore

Per costruire meccanismi infinitamente piccoli, gli scienziati nanotecnologici stanno provando una soluzione alternativa: usare i microrganismi...

L'articolo lo leggete qui


*Autopromozione* - il calendario dei miei corsi

Il solito breve, periodico, aggiornamento autopromozionale delle mie attività di formazione marketing aperte al pubblico... ;-)

Corso di Email e Newsletter Marketing
A Milano, il 21 e 22 Giugno - corso di Email e Newsletter Marketing, organizzato da LRA.
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Formazione: Corso di Comunicazione Low Budget
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sabato, giugno 02, 2007

Rilanciando le marche orfane

In un mondo in cui buttare è in genere più conveniente che riparare, c'è qualcuno che la pensa in maniera opposta e che compra dei rottami per revisionarli, rilucidarli e rimetterli sul mercato.

Solo che non si tratta di oggetti ma di marche sul viale del tramonto.

L'azienda in questione si chiama Prestige Brands Holding ed è, da un certo punto di vista, uno dei più puri operatori di marketing che esistano...

In realtà, non essendo scemi, non comprano proprio dei rottami ma marche famose, in buone posizioni di mercato (almeno nelle loro nicchie), marche che sono state in un qualche modo abbandonate, che non hanno innovato, che stanno venendo messe fortemente a rischio da competitor più vispi ed aggressivi. Che hanno fatturati e utili troppo piccoli per piacere ai proprietari.

Tra i marchi acquistati da Prestige Brands troviamo gli accessori da campeggio (e non solo) delle Coleman, il mitico Spic e Span, prodotti per la pulizia della casa, farmaci OTC (quelli in libera vendita), prodotti per la cura della persona.

Questo tipo di nicchia ecologica di mercato potrebbe vedere un maggiore sviluppo nei prossimi anni. I pesci grossi (Unilever, P&G, Reckitt, Colgate...) focalizzeranno probabilmente sempre più le proprie risorse su marche forti, che cercherano di rendere fortissime.

Abbandonando al proprio destino marche a minore potenziale, magari vendendole a operatori più in basso nella catena alimentare del mass marketing, tipo Aurora Foods. O ad altre major, come nel caso di Henkel che si è comprata da Procter una serie di linee di deodoranti che P&G ha deciso di scaricare, per razionalizzare la propria gamma dopo l'acquisto di Gillette.

Basta buttare le marche, dunque, ma riciclarle, affidandole a operatori specializzati che si incaricano di rivitalizzare queste "marche orfane" e di derivarci business - non così stellari come piacciono alle major ma comunque più che accettabili per loro.

Riportando alla vita marche un tempo famose ma ora a rischio di diventare delle marche-fantasma

In effetti l'asiatico più ricco del 2006 (secondo una classifica del Telegraph) era proprio un operatore di questo settore...:

1 (1) Mike Jatania (age 41) and family
Cosmetics and beauty products (wealth £650m)

The four Ugandan-born Jatania brothers own a clutch of beauty brands including Harmony and Lipsyl. Lornamead, their business with £330m of sales, has grown by acquiring "orphan" brands from bigger multinationals, the latest being Yardley and Vosene in 2005.

Link di approfondimento...
dal blog dropsafe
un podcasting BBC
Marche orfane e whisky dal naso di maiale