giovedì, novembre 30, 2006

Il contro-product placement: Marlboro al cinema? No grazie, dice il produttore

Philip Morris ha chiesto (negli USA) alle compagnie cinematografiche di astenersi dal mostrare i prodotti della multinazionale del tabacco nei film.

A questo scopo avrebbe prodotto addirittura spot appositi destinati a registi e operatori del settore per evitare che si verifichino situazioni di product placement non controllate.

La mossa è spiegabile in modo molto semplice. Se una Marlboro appare al cine e un giovanotto inizia a fumare a causa di questa esposizione, piombano addosso alla Philip Morris migliaia di attivisti antitabacco e alcune decine di enti statali, senza parlare della giustizia, tribunali e un rinforzo delle Giubbe Rosse canadesi.

Insomma, di questi tempi si rischia troppo a parlare dei propri prodotti, se si è nel tabacco: date un'occhiata al sito Philip Morris italiano - è praticamente impossibile capire che marche producono - esce solo che loro sì fanno sigarette ma che si dano un gran da fare perchè la gente smetta di fumare o non inizi, etc etc.

In effetti, da molte parti si accusano le imprese del tabacco di essersi ampiamente approfittate del product placement apparentemente "spontaneo", in quanto proibito da un accordo firmato dalle imprese del settore nel 1998 nel quale si impegnavano a non promozionare i prori prodotti al cinema.

Insomma, tira una brutta aria e quindi si è ricorsi a iniziative un po' plateali per fare la figura dei bravi ragazzi...

mercoledì, novembre 29, 2006

Parlando di Case History ...

La vostra azienda (preferibilmente una PMI) ha fatto qualcosa di interessante in Rete? Avete un caso aziendale, con una metodologia e dei risultati da condividere?

Se la risposta è sì, mi piacerebbe parlarne.

Sia per la pubblicazione su uno dei media che collaboro o per la pubblicazione su questo blog, sia per presentarli alle varie classi cui insegno - ritengo che diffondere un po' di casi pratici (spesso difficilissimi da beccare) potrebbe essere un servizio alla comunità...

se volete, parliamone...

martedì, novembre 28, 2006

La pubblicità corre sul Taxi... ma che fatica


La minaccia di una progressiva disaffezione del consumatore con la televisione (o peggio, con la pubblicità televisiva) porta la televisione entrare in luoghi e spazi nuovi - sulla base del principio che se il consumatore non va alla televisione, deve essere la televisione ad andare da lui. E per questo, nulla di meglio che avere a disposizione un pubblico captive…

Di qui l'idea di mettere schermi televisivi all'interno dei taxi, per diffondere programmi di intrattenimento e notizie... ma sopratutto molta pubblicità.

La TV sul taxi non porta un numero di contatti terribilmente elevato (ad esempio a Barcellona si parla di 1200 passeggeri per taxi alla settimana) ma fattori quali la tipologia del target e la probabilità che ci dia molta più attenzione rispetto a quello che avviene in casa potrebbero compensare qualitativamente dal punto di vista della pianificazione - senza tener conto della flessibilità geografica e temporale per messa dal media.

Una forma di comunicazione che può quindi essere interessante per aziende che operano in ambiti locali, con budget ridotti, che cercano un media con una buona copertura su una clientela business.

Altro aspetto interessante è la capacità del sistema di monitorare la propria audience in modo automatico e sull'intero universo (quindi non su un campione). Semplicemente attingendo al registro delle corse contenuto nel tassametro ( e magari un domani con una "annotazione" del conducente sul numero di passeggeri), si potrà conoscere con precisione la propria audience e quindi fare ragionamenti abbastanza precisi sui costi contatto della propria campagna.

In realtà però il Taxi TV advertising non è poi così diffuso nel mondo…
Gli esempi ad oggi più significativi sono quelli Inglesi e di Barcellona e (mi dicono, non li ho mai visti di persona) quelli di Parigi e Copenhagen.

Il progetto di Londra appare essere forse quello più sviluppato: la televisione sul black cab è gestita a Londra dall'impresa Cabvision, che già offre una base installata di un migliaio di taxi, con l'obiettivo di arrivare al 50 per cento della flotta londinese per la fine del prossimo anno. I taxi una antenna posta sul tetto, che riceve (via GPRS o 3G ) feed in diretta dalla BBC e altri providers, in particolare dall'agenzia di stampa Reuters per l'aggiornamento in tempo reale delle news. La programmazione è dunque continuamente aggiornata in tempo reale.

Il sistema offre agli inserzionisti una programmazione flessibile, aggiornabile in pochi istanti - ad esempio emettendo comunicati diversi per fascia oraria o gestendo iniziative promozionali modificabili "in diretta". Nei 20 minuti medi di presenza sul taxi, il passeggero viene esposto a break pubblicitari da 30 secondi, inframmezzati da news e brevi filmati, entertainment e sport.

I costi della presenza pubblicitaria sui taxi londinesi oscillano tra i 5.000 e i 7.000 sterline al mese per ogni spot, con possibilità di pacchetti di sponsorizzazione attorno alle 10.000 sterline mensili.

Un progetto analogo a quello di Cabvision, gestito dalla concorrente Cabtivate, è inoltre attivo ad Edimburgo e Glasgow, su poche decine di taxi.

A Barcellona il canale televisivo a misura di taxi è invece ancora totalmente in fase sperimentale. Sono infatti solo poche settimane che i primi 100 taxi dotati di schermo televisivo interno battono le strade della capitale catalana, organizzati da Taxispots, con un costo di installazione pari a circa 1.000 euro per vettura. Questo costo viene assorbito completamente da Taxispot, che inoltre eroga un compenso di 130 euro al mese al proprietario del taxi.

La programmazione è in catalano, spagnolo e inglese, include la copertura dell'agenda culturale della città (ottima opportunità per vendere la pubblicità relativa a spettacoli ed esposizioni), reportages turistici, cortometraggi umoristici, publiredazionali e spot (tra i primi inserzionisti la ONG Intermón Oxfam, TV locali, il Café de Colombia , operatori turistici e commerciali del segmento luxury.

Lo sviluppo del servizio è previsto in tempi ragionevolmente rapidi, andando a coprire città ad alta presenza di auto pubbliche, come Madrid, Valencia o Siviglia, anche per ottenere una posizione forte di first comer sul mercato della pubblicità sui taxi, data l’annunciata prossima entrata di almeno altri due operatori concorrenti in questo mercato.

Ulteriore passo sarà la produzione di un supporto cartaceo distribuito sui taxi, a integrazione e rafforzo della pubblicità taxi-televisiva. Una piccola guida, che avrà l'importantissimo compito di ricordare indirizzi, numeri di telefono, orari d'apertura e indirizzi web degli inserzionisti.

Incombe però il problema dell'assenza di una normativa che regoli il servizio: l'Instituto Metropolitano del Taxi sta attualmente lavorando su questo fronte ed è previsto che entro la fine del 2006 venga rilasciata una guida per l'uso etico di questo media, con l'obiettivo di evitare una eccessiva pressione pubblicitaria del passeggero (che potrebbe, inoltre, rivelarsi controproducente in termini di efficacia del mezzo per l'inserzionista).

Sul fronte delle tariffe, a Barcellona si parla di un abbonamento mensile di 1800 euro per uno spot di20 secondi

A New York la pubblicità sui taxi non ha funzionato, tanto che l’autorità che regola le autopubbliche della Grande Mela nel 2003 ha bloccato l’uso, vietando questa forma di pubblicità.

In Italia invece, il progetto apparentemente partito bene ha fatto la fine del topo. Si tratta infatti del progetto MICE TV, (Mobile Info Communication Entertainment), messo in pista dall'agenzia milanese Tedoforo e dal produttore di sistemi audiovisivi Visteon.
I contenuti trasmessi da questo canale provenivano da emittenti televisive generaliste ed erano editati da Tedoforo. Le notizie e gli aggiornamenti in tempo reale dei mercati valutari e finanziari erano invece fornite da TG.com.

Secondo quanto riportato dall'International Herald Tribune (prima del blocco della sperimentazione) i tassisti erano incentivati ad aderire al sistema tramite omaggi in natura. Dal punto di vista dei soldi tenendo conto di una vita media di tre anni dello schermo, il break-even del sistema si sarebbe dovuto realizzare al conseguimento di un fatturato di 27 milioni di Euro nel triennio. Il numero di passeggeri raggiunti, secondo stime dell’azienda avrebbe potuto aggirarsi sui 1.2 milioni a settimana, grazie alla previsione di installare il sistema su 6.000 vetture a Roma, Milano, Torino, Napoli e Genova.

Secondo quanto mi è stato dichiarato nel corso di un colloquio con personale di Tedoforo, il progetto è stato però sospeso per… diciamo divergenze d’opinione con il parter tecnologico statunitense.




venerdì, novembre 24, 2006

Sono un blogger di serie D :-(

Ho appena scoperto (ho la rapidità di un bradipo, lo so, ma devo anche lavorare - mica posso solo tenermi informato...) l'esistenza di un tool online che ci informa in merito a quale dei gruppi di Authority di Technorati appartiene il nostro blog.

I quattro gruppi sono (citando Mondoblog):
  • The Low Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 3 ai 9 blogs ) è il gruppo più numeroso in quanto rappresentato da oltre 1 milione di blogs la cui frequenza di aggiornamento è molto bassa (una media di 12 post al mese)
  • The Middle Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 19 ai 99 blogs) è formato da oltre 400 mila blogs che però aggiornano i contenuti con una media del 50% in più rispetto al primo gruppo
  • The High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 100 ai 499 blogs) conta oltre 26 mila blogs che aggiornano più di na volta al giorno i propri contenuti
  • The Very High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi da più di 500 blogs) è considerato il gruppo d’elite con circa 4000 blogs, molti dei quali hanno già qualche anno di anzianità.
Il tool assegna un voto (da D ad A) sul nostro blog...e io ovviamente sono in serie D.

Fortunatamente a livello di letture vado meglio che a livello di link (anche se pure li' siamo nell'area dei pochi ma buoni...) e mi posiziono verso il 440,000°posto di Tecnorati...
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Non c'eravamo ancora abituati al Web 2.0...

che già si parla diffusamente di web 3.0.

La cosa curiosa (ma in fondo mica tanto) è che ci sono in giro almeno 30 (senza il punto in mezzo) definizioni diverse di cosa sia.

Il web 3.0 che però più mi piacerebbe vedere è quello in cui si passa dalla ricerca di informazioni alla ricerca di soluzioni.

Oggi, se cerchiamo un'automobile da comprare, digitiamo le parole chiave che crediamo meglio definiscano il prodotto che ci interessa.

E il web (o meglio Google e a seguire gli altri motori) cercano in Rete i siti che contengono quei termini che noi abbiamo definito. In qualche modo non possiamo trovare ciò che non abbiamo saputo immaginare.

Lo scenaio che si profila (e su cui stano lavorando i big, da IBM a Google ...) è quello di un sistema animato da una qualche forma di intelligenza artificiale che sappia interpretare i nostri bisogni, anche senza dover necessariamente passare per una ricerca di keyword.

Un web che sia in grado di dare buone risposte ad una query del tipo "Ho 40 anni, tre figli, un cane, gioco a golf ma non vado a sciare. Faccio 25.000 km l'anno quasi tutti in città - qual'è la mia macchina ideale?".

Ovviamente questo non sarà che l'inizio. Il web 4.0 sarà in grado di dirci qual'è la nostra compagna o compagno ideale.

Il 5.0 saprà darci la risposta alla domanda della Vita, l'Universo e Tutto Quanto.

E il web 6.0 andrà ancora più in là e saprà trovare anche le domande di cui abbiamo solo la risposta, specialmente se la risposta è "42"
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martedì, novembre 21, 2006

Negli USA, per i regali di Natale, attenti a Internet : farà oltre un quarto del mercato?

Secondo quanto dichiarato dalla società di ricerche BIGresearch, un sondaggio su un campione di oltre 7000 intervistati ha rivelato che la spesa media prevista per gli acquisti natalizi sarebbe attorno agli 800 dollari e che quasi il 29% degli acquisti previsti saranno realizzati su Internet.

La percentuale di americani che prevede di effettuare almeno un acquisto natalizio online è salita dal 36 al 47% in un anno.

Ma, come sostengo da sempre, l'impatto di Internet sarà ancora più forte sugli acquisti offline: quasi l'89% dei consumatori US dichiara di usare Internet per decidere cosa comprare in negozio (anche fuori dal periodo natalizio...).

Il che implica che possiamo avere il negozio o il prodotto migliore del mondo, ma che se la presenza Internet non è a posto un buon numero di consumatori ci elimina dai possibili candidati sin dalle prime fasi del processo di informazione / selezione (chiaro, dipende anche dalla tipologia del prodotto...)

(Per chi fosse interessato ad approfondire la teoria di come Internet influenza il processo d'acquisto nei negozi tradizionali, suggerisco di scaricarsi e leggere il mio articolo sul "Buy Cycle" che trovate qui...)

sabato, novembre 18, 2006

Online la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI
sul portale EuroPMI...

Ascoltare la Rete, perché in rete si parla di noi
Forse non ci avete mai pensato, ma magari in rete si parla di noi.

Questo capita perché Internet offre tutta una serie di spazi, di applicazioni che permettono alle persone, ai consumatori, agli esperti di diffondere la propria opinione, di organizzare spazi di discussione, dove domande e risposte si incrociano, dove richieste di aiuto vengono soddisfatte da consigli (che a volte provengono da grandi esperti, premi Nobel compresi)....

Lo potete leggere qui...

Se siete interessati alla lista delle puntate precedenti del corso già pubblicate (una ventina), trovate l'indice qui...
On line il mio nuovo articolo settimanale per Apogeonline...

La cena? Non si cucina, si assembla

Se cucinare è bello ma non c’è più il tempo, ecco arrivare i Meal Assembly Center, luoghi dove preparare cenette perfette grazie a ricette componibili e ingredienti già pronti

Potete leggerlo qui...
Social Shopping: alcuni esempi

Nell’approccio del social shopping si possono scegliere all’interno della comunità dei recensori quelli più affini a noi per gusti, età, caratteristiche e ottenere il parere, su un prodotto o un servizio, da parte di qualcuno che ci assomiglia, che condivide certe cose e la cui suggerimento può quindi essere molto più significativo per noi come individui ( e non come target segmentato sociodemograficamente).

La teoria è semplice, la messa in pratica è un po’ più complicata – e coinvolge almeno 3 grandi classi di attori: le marche, i comunicatori e gli inventori / gestori dei siti /strumenti di Social Shopping.

Nella pratica dei siti che si occupano di social shopping, esistono vari approcci e vari strumenti. Spesso si parte da un motore di ricerca del prodotto, che dal risultato permette poi di accedere a delle pagine di riassunto e confronto, di comparazione dei prezzi e delle caratteristiche, alle recensioni degli altri utenti, a pagine editoriali redatte da una redazione interna, ad una evidenziazione di particolari offerte speciali in corso sui vari siti di e-commerce.

Si può invece partire dalla pagina personale di un membro della comunità che pubblica una lista con i propri preferiti e la raccolta delle proprie recensioni. Si può arrivare a forum e spazi di dibattito, dove si può richiedere il consiglio e il supporto degli altri membri della comunità, chiedendo un parere a chi ha già provato un prodotto o è un esperto del campo.

Su altri siti si può ottenere l’accesso ad un database comparativo di tutti (o quasi) i prodotti esistenti in una certa categoria, costruito con il contributo dei membri della comunità che recensiscono i prodotti quando escono, come nel caso del social shopping enologico di Cellartracker, un software/ database arricchito continuamente da una community di entusiasti.

Un approccio molto focalizzato su un target di alto spendenti è quello di Stylehive, un sito che si descrive come un servizio mirato verso gli ''shopping obsessed'', che possono segnare sotto forma di bookmark i propri prodotti favoriti e condividerli con tutti coloro che condividono questa passione ( in pratica segnalando o raccomandando prodotti considerati "caldi"). Un luogo di aggregazione e interazione per gli utenti Fashion conscious e per i trend setter (o gli early followers) dove i consumatori possano condividere il piacere di scoprire e di condividere la scoperta di nuovi prodotti. E dove l'obiettivo è di trasformare il sito in uno dei motori della creazione di mode e trend attraverso l'interazione dei consumatori più attenti, sensibili ed influenti, rendendo facile poi al resto del mercato venire informati sui nuovi prodotti emergenti, sulle nuove, irrinunciabili oggetti del desiderio del mercato.

Moltissimi altri sono gli approcci differenti tentati dagli operatori in cerca di successo nel mondo del social shopping; dai siti che combinano interazione sociale e sconti come Yub.com alle piazze virtuali dove il pubblico è invitato a definire quali siano i migliori prodotti del mercato attraverso una votazione collettiva del tipo di Crowdstorm - arrivando a pubblicare liste e classifiche molto credibili e in grado di influenzare significativamente le decisioni d'acquisto.

E poi i variegati approcci di Yahoo, ThisNext, Wists, ShopWiki, Kaboodle, di Froogle , NexTag, Shopping.com, Shopzilla, PriceGrabber ...

In maniera abbastanza scontata e proiettata verso un futuro ormai molto vicino, molti operatori sono poi già proiettati verso il mondo dell’Internet mobile, configurando un facile accesso via telefono, palmare o tablet ai servizi di comparazione, per poter ad esempio effettuare una ricerca del miglior prezzo mentre l’utente magari è sul punto vendita e desidera esseere sicuro non ci sia un negozio nelle vicinanze ( o un e-commerce) che offra lo stesso prodottto ad un prezzo migliore.

Con tutte le conseguenze sulla rete distributiva e le politiche di marketing e promozione di cui abbiamo già parlato più volte in passato.

mercoledì, novembre 15, 2006

Worhshop di Internet Marketing per i non addetti ai lavori

Il 14 Dicembre si terrà, in collaborazione con LRA, un workshop/seminario dal titolo
"WEB MARKETING - Tecniche e strategie di marketing per implementare e sviluppare un sito web"

Se siete interessati, contattatemi direttamente

Ecco il programma:

Quali sono le aree problematiche dell’azienda che Internet può aiutarci a risolvere
- Quali sono le opportunità che Internet può aiutarci a cogliere per un business migliore?
- Promozione dell’azienda e acquisizione nuovi clienti
- Fidelizzazione dei clienti, Customer Service
- Efficientizzazione dei processi, taglio dei costi
- Integrazione di nuovi canali di vendita
- Internazionalizzazione
- Integrazione ed efficientizzazione di partner e fornitori...

Web marketing come strumento di business
- I modelli di Business su Internet
- Il buy cycle, come Internet influenza fortemente gli acquisti dei nostri clienti (anche se comprano nei negozi tradizionali)
- Internet come strumento di promozione
- Internet come strumento di Direct Marketing
- Internet per il Business to Consumer
- Internet per il Business to Business
- Le altre forme di business

Esercitazione: analisi del buy cycle di una delle aziende partecipanti e definizione delle opportunità di miglioramento del business presentate da un sito web strategicamente corretto

Analisi del processo strategico per la strutturazione di un sito web
- L’analisi dello scenario Internet
- l’analisi del problema /opportunità dell’azienda
- La definizione degli obiettivi dell’azione Internet
- L’analisi del target
- L’analisi della concorrenza
- Risolvere i problemi del “rifacimento del sito”
- La definizione di una strategia di marketing per il proprio sito web

Esercitazione: comparazione di siti concorrenti online, confronto con il sito di una delle aziende partecipanti

Tecnologie e Strategie
- Come risolvere il problema delle complessità delle scelte tecnologiche?
- Quali tecnologie adottare per il nostro sito?

Rendere pratica la Strategia
- Affrontare gli aspetti organizzativi
- La progettazione del sito
- Le scelte creative – viste in un ottica di Strategia e di Marketing
- La produzione del sito

Obiettivi:
- Conoscere come applicare le tecniche più moderne di marketing per implementare o rilanciare un sito web
- Come utilizzare il sito web per aumentare il business aziendale
- Quali sono le tecniche e strategie da utilizzare e come renderle pratiche


Destinatari:
- Responsabili marketing e comunicazione
- Responsabili commerciali
- Product e Brand Manager
- E-business Manager
- Web marketing Manager
- Responsabili Media e Advertising




Memento: Moderatore al Business Talk Show

Per chi fosse interessato, segnalo questo "Talk Show" cui parteciperò in qualità di moderatore
http://www.webchallenge.it/Home.asp

23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30

Per registrarsi: ecco il link

"Multimedia Branding: esperienze e strategie innovative" Business Talk Show con aperitivo in concerto

Tema: il branding innovativo e digitale attraverso le testimonianze dei protagonisti di casi di successo.

Partecipano: Corrado Massone, marketing manager HP Italiana PSG, "Personalizzazione estrema del messaggio: protagonista di un video HP in pochi click"
Alessio Valtolina, brand manager Heineken, "Brand che anima e coinvolge: dal palcoscenico allo spazio virtuale cresce la community di Heineken "
Giuliano Giorgetti, web & crm project manager di ACMilan, "ACMilan scende in campo: nuove strategie per sfida online"
Stefano Colombo, creative director Publicis, "Il caso Hype Gallery"
Massimo Bartoccioli, docente IED Comunicazione, "XL Brands: un modo allargato di fare branding"
Fabrizio Bellavista, responsabile editoriale mensile ADV, "Il 'pensiero liquido' e la convenienza del marketing digitale" Maurizio Spagnulo, communication director di Lancia, "Lancia Y B-Color: internet ti chiama" Anchorman: Roberto Venturini, pioniere dell'Internet Marketing Italiano, con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing strategico/operativo, dei mezzi digitali e della comunicazione on line.

Data ed ora: 23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30, aperitivo musicale dalle 20:30.
Dove: al T35 in Via Tortona 35, Milano

Il nome, "Multimedia Branding : esperienze e strategie innovative", sta ad indicare il tema centrale dell'evento: il branding innovativo e digitale (la promozione della marca attraverso canali e modalità non tradizionali), presentato attraverso diverse ed interessanti case history.

Nel corso della serata, infatti, i protagonisti di alcune storie di successo si confronteranno tra loro sulle nuove tendenze del marketing innovativo, esponendo le proprie esperienze.

domenica, novembre 12, 2006

La pubblicità video online negli US potrebbe fatturare quasi 3 miliardi di dollari entro il 2010

Secondo quanto riportato da eMarketer, il mercato pubblicitario per gli spot diffusi attraverso l'online (ovvero piazzati nei siti, sostanzialmente) dovrebbe passare dai 385 milioni di dollari del 2006 ai 2,35 - 2,9 miliardi nel 2010.

Sempre di più si conferma che la pubblicità televisiva, lo spot, non è di certo destinato a morire.
Ma c'è da domandarsi quanto lo spot nel medio periodo passerà in TV (certo, la maggioranza) e quanto del budget pubblicitario della TV passerà invece online - magari sempre dietro ad un commercial da 30"...

mercoledì, novembre 08, 2006

YouTube - per Time è il prodotto dell'anno

YouTube è stato eletto l'invenzione dell'anno dalla rivista Time: "Only YouTube created a new way for millions of people to entertain, educate, shock, rock and grok one another on a scale we've never seen before," aggiungendo che le regole dei media e del Web sono state cambiate profondamente dopo l'entrata (o meglio l'irruzione) di YouTube sul mercato.

L'articolo lo potete leggere qui



La dimensione sociale dello shopping viene amplificata on line

Tutta la dimensione di consiglio, confronto, socializzazione tipica dello shopping influenza fortemente la nostra decisione di cosa compraree dove. Non è però generalmente corretto chiamare shopping quello che si fa on-line: difficilmente si “va per vetrine”, per vedere cosa c’è di nuovo e di bello, aspettandosi l’inaspettato e la sorpresa. E non si va, generalmente, a fare compere online in compagnia (se invece lo fate postate un commento, mi interessano le eventuali dinamiche su questo fronte).

Queste dimensioni sociali stanno venendo recuperate anche grazie a siti che aggregano comunità che si relazionano fra di loro in modo sociale. E che possono, sul sito, dare voti ai prodotti, creare liste tipo "i 10 migliori", scrivere recensioni e consultare le recensioni dei propri pari. Ricevendo quindi un aiuto per orizzontarsi fra le decine di milioni di prodotti in vendita online e offline, senza doversi fidare solo del punto di vista del produttore ( la pubblicità), ma affidandosi ad un consenso collettivo o più semplicemente, sentendo le opinioni di chi il prodotto l’ha già provato. O, più spesso, di qualità, almeno negli obiettivi: in molti siti esperti e celebrità sono invitati a scrivere recensioni e proprie liste del “meglio di”; e gli utenti “normali” potrebbero venire presto remunerati sulla base della qualità della propria recensione (e , a tendere, sulla capacità di far vendere online il prodotto, in una forma di affiliate marketing).

Questo può avvenire a livello dell'intero mercato ma, molto probabilmente, esprimerà la sua vera forza sulle nicchie sociodemografiche, sulle tribù, su quei piccoli gruppi appassionati, altospendenti, dispostissimi e interessatissimi a scambiarsi opinioni, pareri e consigli.

giovedì, novembre 02, 2006

Nuovo Cliente: DM Group

Si arricchisce la lista clienti con l'entrata di DM Group.

DM GROUP è un'agenzia a servizio completo che affianca il Cliente nella definizione, realizzazione ed ottimizzazione delle strategie e dei programmi di CRM e comunicazione diretta, attraverso l'applicazione combinata delle tecniche tradizionali di 1to1 (direct mail, couponing, telemarketing) con le nuove tecnologie di comunicazione (web marketing, e-mailing, Mobile Marketing). Il tutto, secondo un approccio consulenziale innovativo e da sofisticate tecnologie per il database management

Grazie anche a DM Group per la fiducia accordata...